Tutti i dossier economici pronti a mettere a rischio la tenuta dei rapporti Italia-Ue dopo le elezioni europee
Tra le banche italiane, ma non solo, potrebbero nascondersi alcune bombe a orologeria pronte a incrinare i già tesi rapporti tra il Belpaese e Bruxelles.
L’esito delle elezioni europee tenutesi nei giorni scorsi è stato chiaro: in Italia ha trionfato la Lega con il 34,27% dei voti, mentre in Europa a vincere è stato il PPE.
Nelle prossime settimane e ancora nei prossimi mesi, le parti dovranno affrontare alcuni importanti dossier che riguarderanno in particolar modo il comparto delle banche italiane. MPS, Carige e la Popolare di Bari saranno soltanto alcuni dei più difficili e, anche in virtù delle posizioni già prese da Matteo Salvini contro l’Europa, renderanno la partita ancor più complicata.
Banche italiane: MPS, Carige e Popolare di Bari peseranno su nuova Ue?
All’inizio dell’anno, lo stato di salute di MPS, Carige e Popolare di Bari ha messo in guardia l’intero sistema del credito nostrano e ha suscitato nuovamente l’attenzione dell’Unione europea.
Dopotutto, la tenuta del comparto bancario italiano è sempre stato un motivo di preoccupazione per Bruxelles che oggi, dopo l’esito delle elezioni europee, dovrà fare i conti con il maggior peso ottenuto da partiti come la Lega e da personalità come quella di Matteo Salvini.
Il vicepremier non ha mai nascosto le proprie posizioni nei confronti dell’Europa, contro la quale si è ripetutamente scagliato non senza ripercussioni sullo spread Btp-Bund. Ora che il leghista ha guadagnato più spazio al Parlamento Ue, le cose potrebbero complicarsi.
Diversi i dossier, alcuni piuttosto scottanti, che dovranno essere affrontati dall’Italia nelle prossime settimane, primo fra tutti quello di Carige, commissariata dalla BCE all’inizio del nuovo anno e successivamente abbandonata sul filo di lana dal fondo BlackRock.
Cosa accadrà se i commissari non riusciranno a garantire alla ligure un salvataggio privato? Salvini, come esponente della Lega e prima delle elezioni Ue, ha già aperto all’ipotesi di intervento statale, ma come sarà considerata da Bruxelles questa opzione?
Tra le possibile bombe a orologeria pronte ad esplodere come non citare poi MPS, la banca salvata dal Tesoro che, a breve, dovrà comunicare le modalità con cui intenderà uscire dal capitale della senese.
Anche questo potrebbe rivelarsi un terreno di scontro fra l’Italia e l’Unione europea: qualche tempo fa l’istituto di credito ha confermato l’impossibilità nel raggiungere i target di reddito per il 2019, una mossa che potrebbe imporre a Bruxelles di chiedere nuovi tagli.
Proseguendo tra i dossier degni di attenzione, poi, occhio a Banca Popolare di Bari, che dopo il caso Tercas e dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue è scesa sotto i requisiti minimi di capitale richiesti dalla Vigilanza. Come finirà la richiesta di rimborso avanzata dalla pugliese nei confronti dell’Unione europea?
Gli altri dossier infuocati
Non solo MPS, Carige e Popolare di Bari a far tremare i rapporti Ue-Italia. Nelle prossime settimane le parti potrebbero confrontarsi anche su altri livelli. Basti pensare all’ipotesi di fusione tra la nostrana UniCredit e la tedesca Commerzbank che, se confermata, passerebbe inevitabilmente sotto la lente dell’Antitrust.
Da non dimenticare poi i dossier Alitalia, ancora apparentemente lontana dal salvataggio, e quello FCA-Renault dopo la proposta di aggregazione avanzata ieri dall’italoamericana.
Nelle prossime settimane, l’Italia e l’Ue si affronteranno su diversi campi di battaglia. L’esito delle elezioni europee potrebbe avere un impatto deciso sulla risoluzione di tutti i dossier citati.
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