Dal 21 febbraio sempre più regioni italiane potrebbero essere in zona gialla. In poche, invece, rischiano il passaggio in arancione. Vediamo cosa potrebbe succedere guardando i dati dei ricoveri.
L’Italia va sempre più verso la zona gialla. Dalla prossima settimana (lunedì 21 febbraio) potrebbero aumentare le regioni in zona gialla. Ma, contrariamente a quanto spesso accaduto durante la pandemia, è una buona notizia perché alcuni territori potrebbero uscire dalla zona arancione per ritornare in giallo.
Seppure siano minime le differenze tra zona gialla e arancione (e riguardano soprattutto i non vaccinati), da un punto di vista simbolico un ritorno in zona gialla sarebbe un ulteriore segnale positivo in direzione del ritorno alla normalità auspicato in questi giorni.
A restare in zona bianca saranno solamente due regioni anche dal 21 febbraio: Basilicata e Umbria. Salvo, ovviamente, un trend diverso rispetto a quello attuale. Per tutti gli altri territori in zona gialla non sembrano esserci rischi reali di un passaggio in arancione - e tantomeno in zona rossa - salvo pochi casi che sembrano però poter essere scongiurati. Qualche regione, invece, potrebbe tornare dall’arancione al giallo. Vediamo i dati.
I dati delle regioni tra zona gialla e arancione
Ricordiamo che il passaggio in zona gialla arriva quando viene superato il 10% di ricoveri in terapia intensiva e il 15% in area medica Covid, mentre si passa in arancione superando il 20% in rianimazione e il 30% in area non critica. Vediamo i dati Agenas, aggiornati al 13 febbraio, regione per regione:
- Abruzzo: 13% intensive 36% area medica
- Basilicata: 6% intensive 27% area medica
- Calabria: 15% intensive 31% area medica
- Campania: 9% intensive 28% area medica
- Emilia-Romagna: 14% intensive 23% area medica
- Friuli Venezia Giulia: 19% intensive 31% area medica
- Lazio: 19% intensive 30% area medica
- Liguria: 12% intensive 31% area medica
- Lombardia: 9% intensive 18% area medica
- Marche: 17% intensive 29% area medica
- Molise: 15% intensive 24% area medica
- Bolzano: 7% intensive 23% area medica
- Trento: 16% intensive 25% area medica
- Piemonte: 13% intensive 24% area medica
- Puglia: 12% intensive 25% area medica
- Sardegna: 14% intensive 26% area medica
- Sicilia: 13% intensive 34% area medica
- Toscana: 14% intensive 22% area medica
- Umbria: 7% intensive 30% area medica
- Valle d’Aosta: 12% intensive 25% area medica
- Veneto: 8% intensive 17% area medica.
Chi rischia la zona arancione
A guardare i dati del 13 febbraio nessuna regione sembra rischiare concretamente il passaggio in zona arancione, nonostante qualche piccola preoccupazione che riguarda comunque pochi territori. Tra questi c’è il Lazio (19% in intensiva e 30% in area medica), dove però i dati non tengono conto di alcuni posti letto aggiuntivi e inoltre sono in miglioramento.
Allo stesso modo il trend positivo della Provincia di Trento (16& e 25%) sembra non preoccupare nonostante dati comunque elevati. Diversa la situazione in Molise, territorio appena passato in zona gialla: qui a preoccupare è proprio il trend, con un netto aumento che ha portato all’occupazione del 15% dei posti letto in intensiva e il 24% in area medica. Ma l’arancione sembra comunque lontano.
Chi va verso la zona gialla: dove migliorano i dati
Al contrario qualche regione vede un miglioramento che potrebbe riportarla presto dalla zona arancione a quella gialla, come già successo alla Sicilia dal 14 febbraio. Dal 21 potrebbe toccare all’Abruzzo che registra dati al di sotto della soglia sulle intensive da ormai parecchi giorni (ora è al 13%).
Si avvicina a un ritorno in giallo anche il Piemonte, con dati in entrambi i casi ben al di sotto della soglia. Discorso simile per la Valle d’Aosta. Al contrario sembrano dover attendere di più Friuli-Venezia Giulia e Marche: anche in questi casi il limite delle intensive è ormai lontano, ma si è tornati sotto il valore d’allerta da pochi giorni e bisognerà attendere più tempo. Il giallo, comunque, sarà sempre più predominante in Italia dalla prossima settimana.
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