Nonostante l’Italicum abbia superato il primo scoglio alla Camera, la nuova legge di riforma elettorale rimane fortemente criticata dalle opposizioni. Ecco quali sono i nodi della legge.
Nonostante l’Italicum abbia superato alla Camera il primo scoglio, continua a rimanere una legge che divide.
Ma quali sono i nodi da sciogliere della riforma elettorale?
Vediamo nel dettaglio i punti del disaccordo che hanno generato una spaccatura nel Pd, tra il Pd e gli alleati e con Forza Italia.
Italicum, premio di maggioranza
Uno dei nodi su cui si gioca il disaccordo tra le parti è il premio di maggioranza. L’Italicum lo attribuisce alla lista che supera il 40% al primo turno o che vince il ballottaggio, mentre nella prima versione approvata alla Camera nel 2014 il premio veniva attribuito alle coalizioni vincenti.
Forza Italia, la minoranza del Pd e alcuni alleati chiedono che il premio di maggioranza torni ad essere attribuito alla coalizione.
Italicum, apparentamento
Forza Italia, la minoranza del Pd e Pi e Sc chiedono di prevedere la possibilità di accorpamento tra liste al momento del ballottaggio. In base a questa logica, dunque, le coalizioni verrebbero riformate dopo il primo turno.
Italicum, Capilista bloccati
Altro punto dell’Italicum che divide è quello riguardante i capilista. L’Italicum prevede 100 collegi plurinominali in cui ciascun partito presenterà dei listini di 4-5 nominativi. Il capolista è bloccato mentre sono previste le preferenze per gli altri candidati. A chiedere la modifica di tale punto sono la minoranza del Pd e il M5S che chiedono di introdurre il voto di preferenza anche per i capilista.
Italicum, quorum per il ballottaggio
Il M5S inoltre propone che venga inserito un quorum di elettori al ballottaggio il cui mancato raggiungimento comprometterebbe la validità del ballottaggio stesso.
Italicum, i motivi del dissenso
Per quanto riguarda le motivazioni alla base del dissenso, la minoranza degli esponenti del Pd contraria all’Italicum critica soprattutto la scelta di non inserire la possibilità di votare i capilista. In questo modo, infatti, non risulterebbero essere stati fatti passi avanti rispetto al Porcellum; con i capilista bloccati, cioè eletti automaticamente se scatta il seggio, buona parte del Parlamento risulterebbe ancora nominata e non eletta.
Forza Italia, invece, spinge soprattutto affinchè il premio di maggioranza venga attribuito alla coalizione che prende più voti e non alla lista. L’attenzione per la questione si traduce in un interesse di natura personale: l’interessamento di Fi a riguardo sarebbe giustificato dalla possibilità di ricostituire il centrodestra e, in particolar modo, l’alleanza con la Lega Nord.
Ad essere criticato, inoltre, è stato l’atteggiamento tenuto dal premier Matteo Renzi con riferimento alla scelta di sostituire dieci parlamentari dell’opposizione Dem in commissione alla Camera.
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