Puntare sull’oro nonostante il recente rialzo e ignorare il mercato azionario: la view di Marko Kolanovic, analista di JPMorgan, tra i più rispettati a Wall Street.
Uno degli analisti di JPMorgan, tra i più rispettati a Wall Street, ritiene che il rally del mercato azionario sia già agli ultimi colpi e che gli investitori farebbero meglio a puntare sull’investimento in oro.
I maggiori indici azionari mondiali sono riusciti a rimbalzare dai minimi, azzerando o diminuendo le perdite per il 2016.
Tuttavia, Marko Kolanovic, a capo della ricerca sui derivati alla JPMorgan, sostiene che la ripresa dell’azionario potrebbe essere in pericolo.
Kolanovic, seguito attentamente dall’industria degli hedge fund, sostiene che il rally iniziato l’11 febbraio sia più di natura tecnica e per lo più giustificato dalla copertura delle posizioni short degli investitori, che puntavano soprattutto su una discesa ulteriore dello S&P.
Il posizionamento «di moda» dell’essere long sulle azioni contro lo short sullo S&P 500 sta perdendo presa: sul mercato vi sono troppe posizioni long/short senza senso.
Dato che il rimbalzo del mercato è stato dovuto per lo più ad un riposizionamento, l’analista non vede modo di investire con una certa logica sul mercato azionario.
Kolanovic invita invece gli investitori a puntare sull’oro (XAUUSD) in tattica difensiva, nonostante i prezzi siano recentemente aumentati.
Finché la ripresa del dollaro USA non sarà confermata, la politica incerta della Federal Reserve dovrebbe continuare a tappare i rialzi del biglietto verde, fornendo così supporto all’oro.
Anche la rischiosa possibilità che Dondald Trump diventi davvero il prossimo presidente USA dovrebbe esercitare una certa pressione al ribasso del dollaro USA, soprattutto alla luce delle misure restrittive sul commercio proposte dal candidato repubblicano.
La precisione delle previsioni di Kolanovic ha colpito il mercato anticipando una serie di ribassi nella seconda metà del 2015. Più di recente, ha previsto con precisione il rimbalzo dell’oro e del petrolio greggio.
Da allora, oro e petrolio sono aumentati rispettivamente di circa l’8 per cento e il 30 per cento.
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