Scenario niente affatto positivo per l’euro secondo JPMorgan AM Italia, che vede un 2020 di difficoltà e deprezzamento sulla scia del coronavirus. I dettagli
Scenario niente affatto positivo per l’euro secondo JPMorgan AM Italia, che vede un 2020 di difficoltà e deprezzamento. I dettagli
L’euro continuerà ad indebolirsi. Un allarme che arriva da JPMorgan Asset Management Italia, che nel suo più recente bollettino inquadra uno scenario nero per la moneta unica, destinata a dare seguito a un 2020 niente affatto positivo.
Gennaio e febbraio hanno infatti visto un rafforzamento del dollaro statunitense nei confronti dell’euro, e l’attuale solidità del biglietto verde - spiegano da JP Morgan - lascia presagire un trend destinato a proseguire.
Con una produzione industriale che registra un ribasso molto probabilmente destinato a proseguire, va ad aggiungersi anche la questione coronavirus, che può colpire più l’Europa che gli USA secondo quanto indicato dal colosso finanziario.
L’export Ue sembra infatti ostaggio dell’epidemia e dello stallo o il rallentamento di alcune tra le maggiori aziende cinesi.
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J.P. Morgan: l’euro si indebolirà ancora
Con una Bce orientata a restare su una politica accomodante, la moneta europea potrebbe essere - è questa la tesi di JP Morgan - quella destinata a subire i maggiori ostacoli.
Ostacoli che arrivano dalle in primis dalle economie Ue, a rischio recessione sulla scia del coronavirus, mentre le reazioni del dollaro continuano ad essere molto muscolari.
Intanto anche i numeri dei mercati azionari raccontano di uno scenario a netto sfavore Ue. Gli afflussi USA del 2020 si attestano a circa 3,4 miliardi di dollari, contro deflussi Ue superiori ai 700 miliardi di dollari.
Eppure non si tratta di una situazione destinata a cristallizzarsi sul lungo termine: variazioni nel panorama politico (con le elezioni statunitensi all’orizzonte) o economico (attraverso decisioni inaspettate della Fed), potrebbero quasi invertire il trend.
Per ora, resta un euro che da inizio anno ha perso oltre il 2,5% rispetto al dollaro, con segnali geo-politici che suggeriscono un ulteriore indebolimento della moneta unica rispetto al biglietto verde.
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