Joseph Mifsud è l’elemento chiave della controinchiesta voluta da Donald Trump sul Russiagate che coinvolge direttamente anche l’Italia: docente alla Link University di Roma, di lui però si sono perse le tracce dal 2018.
Fino a qualche settimana fa nessuno avrebbe mai pensato che tutte le attenzioni sul Russiagate si potessero spostare in Italia. Adesso invece Roma è diventata lo snodo fondamentale della controinchiesta voluta da Donald Trump e portata avanti dal ministro della Giustizia americano William Barr.
Personaggio chiave è Joseph Mifsud, accademico maltese con un contratto alla Link Campus University di Roma del quale però si sono perse le tracce dal 2018 anche se stando ad alcuni media sarebbe stato nella capitale almeno fino ad aprile 2019.
Secondo la Casa Bianca sarebbe stato il professore ad avvertire George Papadopoulos, ex responsabile della campagna elettorale di Donald Trump alle elezioni 2016, di come la Russia fosse in possesso di migliaia di mail dei Democratici che potevano essere usate per screditare Hillary Clinton.
Il sospetto degli Usa è che Joseph Mifsud possa essere una spia, tanto che William Barr starebbe indagando proprio in Italia per fare luce su questa vicenda nella quale è stato tirato in ballo anche Giuseppe Conte, con il premier che ora dovrà spiegare al Copasir perché non ha avvertito gli apparati degli incontri del general attorney con l’intelligence nostrana.
Chi è Joseph Mifsud?
L’ultimo avvistamento pubblico di Joseph Mifsud risale al 31 ottobre 2017, periodo quello dove il suo nome per la prima volta viene tirato in ballo in merito all’inchiesta Russiagate sulle interferenze della Russia nelle elezioni americane del 2016.
Da allora del professore non si hanno più notizie certe ma soltanto avvistamenti, come quello del maggio 2018 presso lo studio del suo avvocato a Zurigo, mentre secondo alcune voci fino ad aprile 2019 avrebbe alloggiato in un appartamento a Roma. Per il giornalista investigativo John Solomon, lo scorso agosto avrebbe infine rilasciato una deposizione audio al procuratore John Durham.
Dal 2018 comunque il suo domicilio è sconosciuto e di lui si sono letteralmente perse le tracce. Nato a Malta nel 1960, il suo legame con l’Italia è da sempre forte visto che nel 1989 ha frequentato un master all’Università di Padova.
Dal 2006 al 2008 è stato capo di gabinetto del Ministero degli Esteri maltesi, mentre già da prima aveva iniziato la sua carriera accademica insegnando prima a Malta per spostarsi poi a Londra e infine in Slovenia.
In Italia è arrivato per un contratto con la Link Campus University dell’ex ministro democristiano Vincenzo Scotti, finendo a capo anche del Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento.
Il coinvolgimento nel Russiagate
Perché Joseph Mifsud si nasconde? Di cosa ha paura? Per cercare di capire al meglio cosa possa essere successo al professore bisogna tornare indietro fino all’aprile del 2016, quando negli Stati Uniti si era nel pieno della campagna elettorale per le elezioni presidenziali che si sarebbero poi tenute a novembre.
In un incontro con George Papadopoulos, l’accademico confidò a quello che allora era uno dei consiglieri di Donald Trump di come la Russia fosse in possesso di molte mail dei Democratici che in qualche modo potevano compromettere Hillary Clinton, la sfidante del tycoon alle elezioni.
Secondo quanto riferito da Papadopoulos in una intervista a La Verità, l’incontro si tenne alla Link Campus University e fu Scotti a presentargli Mifsud. Quando nel 2017 il professore venne interrogato dall’FBI, negò di aver parlato di mail con l’americano ma soltanto di averlo introdotto in ambienti moscoviti.
Dopo lo scoppio dell’inchiesta Russiagate, nel rapporto redatto dal procuratore speciale Robert Mueller spesso viene tirata in ballo la figura di Joseph Mifsud che sarebbe stato il motore che ha dato avvio a tutta la vicenda.
Negli ultimi tempi Donald Trump si è convinto che tutto il Russiagate sia stato una sorta di complotto nei suoi confronti. Dopo la “soffiata” di Mifsud, Papadopoulos avrebbe poi parlato dell’esistenza delle mail all’intelligence australiana che poi avrebbe riferito tutto alle autorità americane quando ancora alla Casa Bianca c’era Barack Obama.
Una spia?
Da qui è nata la controinchiesta voluta dal Presidente, che ha incaricato il suo general attorney William Barr di indagare se veramente c’è stata una cospirazione internazionale nei suoi confronti e se Mifsud fosse o meno una spia al soldo dei russi.
Lo scorso 15 agosto Barr insieme al procuratore Durham è arrivato per la prima volta a Roma per parlare, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal premier Conte, con alcuni agenti dei servizi segreti nostrani.
Una seconda riunione si è tenuta poi il 27 settembre, mentre le ultime notizie parlano di autorità italiane che avrebbero consegnato agli americani i due cellulari del professore.
Sono tanti i misteri che avvolgono Joseph Mifsud, dalla “soffiata” sulle mail alla sua scomparsa fino alla deposizione che sarebbe stata rilasciata ad agosto al procuratore Durham, dove il professore potrebbe aver raccontato la sua verità in merito a questa storia che assomiglia sempre più a un intrigo internazionale.
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