L’Islanda vuole attuare una rivoluzione monetaria e toglie potere alle banche. La ricetta perfetta per risolvere una crisi?

Vittoria Patanè

05/04/2015

L’Islanda vuole rivoluzionare il proprio sistema monetario togliendo alle banche commerciali la possibilità di creare denaro ed eliminando le assicurazioni sui depositi. Ecco in cosa consiste la rivoluzione islandese

L’Islanda vuole attuare una rivoluzione monetaria e toglie potere alle banche. La ricetta perfetta per risolvere una crisi?

L’Islanda è sempre stata una sorta di voce dal coro per quanto riguarda il modo di gestire l’economia e la finanza. L’esempio perfetto è il modo in cui ha affrontato l’ultima, gravissima crisi, impedendo de facto per che i cittadini pagassero per errori compiuti dalle banche e dalle Autorità competenti.

Oggi però arriva un’ulteriore iniziativa che mira a mettere in atto una vera e propria rivoluzione monetaria ed economica volta a creare un sistema più stabile ed equilibrato.

Il Governo starebbe infatti studiando una proposta monetaria che prevede di togliere alle banche commerciali il potere di creare moneta e trasferirla alla banca centrale.

Ma c’è di più, perché tra le misure contenute nel documento compare anche la cancellazione dell’assicurazione sui depositi e dei prestiti di riserva frazionaria, considerati meccanismi insalubri alla base delle bolle nate nelle attività creditizie.

Il piano è stato presentato nell’ambito di un disegno di legge del Partito del Progesso, attualmente al potere ed è stato fermato da Frosti Sigurjonsson. Il titolo parla da solo: «Un sistema monetario migliore per l’Islanda». La proposta è stata accolta con favore anche dal primo ministro Sigmundur David Gunnlaugsson, che ha affermato:

«L’esperimento offrirà un contributo importante alle discussioni future, qui e altrove, sulla creazione di moneta e sulle politiche monetarie»

E non poteva che essere così, dato che il testo è stato commissionato dallo stesso premier allo scopo di mandare in soffitta un sistema monetario tanto antico quanto instabile che però è riuscito a superare anche l’ultima crisi finanziaria avvenuta nel 2008.

Secondo i dati diramati dalla banca centrale, dal 1875 ad oggi, l’Islanda è sopravvissuta a «più di 20 tipi diversi di crisi finanziarie», con «sei episodi di crisi finanziarie gravi che si sono ripetuti in media a 15 anni di distanza» l’uno dall’altro.

In tutti i casi si è presentato lo stesso problema: una bolla del credito nata durante un ciclo economico positivo.

Secondo gli esperti, la legge proposta da Sigurjonsson avrebbe però un grande difetto rappresentato dalla responsabilità di un pannello di esperti nella creazione di moneta.

Una caratteristica che offrirebbe ben poche sicurezze. Nonostante ciò, l’iniziativa non può non essere considerata eccellente soprattutto perché prova a risolvere due problemi che si palesano ormai a cadenza regolare: le crisi causate dalle bolle creditizie e i rischi che le banche commerciali corrono in nome dei profitti.

L’assicurazione dei depositi bancari infatti assicura che i soldi arrivino nelle casse degli istituti che offrono rendimenti più alti. Nel caso in cui un deposito viene assicurato, il cliente non si interessa dei rischi. Nello stesso tempo le banche che offrono tassi più alti sui depositi, corrono pericoli maggiori allo scopo di poter ripagare a loro volta gli interessi maturati con i clienti, creando un ciclo vizioso. Cercare di bloccarlo sarà anche un’idea utopistica, ma senza dubbio lodevole.

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