IL Sud Italia cresce poco e si amplia la forbice con le regioni del Settentrione. Per raggiungere i livelli pre-crisi bisognerà aspettare altri dieci anni
Il divario economico tra il Sud Italia e il resto del Paese, soprattutto il Nord, è destinato ad aumentare. È allarme per l’economia del Mezzogiorno che stenta a riprendere quota.
Dopo aver mostrato segni di un lieve slancio tra il 2015 e il 2017, la forbice con il Settentrione torna ad ampliarsi e il PIL delle regioni del Sud fa fatica a recuperare le posizioni precrisi. Per tornare ai livelli precedenti al 2008 bisognerà attendere il 2030. È l’amara fotografia consegnata dall’Osservatorio banche-imprese.
Il Sud Italia cresce troppo poco, PIL non supera l’1%
Il PIL del Sud Italia è destinato a crescere troppo poco meno dell’1% l’anno, l’occupazione - di conseguenza - dovrebbe seguire la stessa dinamica, con un incremento dello 0,5%.
È quanto emerge dal “Rapporto sulle previsioni 2017-2020 del valore aggiunto e dell’occupazione per tutte le province italiane e per i comuni del Mezzogiorno” dell’Obi - Osservatorio banche-imprese, impietoso verso le regioni del Meridione.
Per invertire la rotta, spiegano da Obi, il Sud
“va posto al centro della politica economica ed industriale del nostro Paese che, nell’attuale contesto economico internazionale, non può più permettersi di essere ancora a due velocità e men che meno a sola trazione Nord”.
Secondo gli analisti è necessario un piano strutturato di politica industriale con tempi certi e risorse, meccanismi efficaci di governance e politiche attente al superamento dei deficit strutturali.
La quota del valore aggiunto totale del Sud sul valore aggiunto totale nazionale, nel corso degli anni, si è ridotta fino al 22,8% nel 2018.
Le stime per il periodo 2019-2023 confermano la dinamica degli anni passati con il peso del Mezzogiorno che rischia di contrarsi ancora al 22,6% nel 2023. Nel 2000 era il 24,7%. Un crollo di oltre due punti percentuali.
In calo sono anche l’occupazione che dal 46,3% del 2004 è passata al 44,5% del 2018. Sono quasi 600.000, invece, i giovani che hanno lasciato il Mezzogiorno.
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L’Italia rallenta, per Dombrovskis necessaria una manovra di bilancio
Sul marcato rallentamento subito dall’economia dell’Italia è intervenuto anche il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis:
“Quello che vediamo è che tra tutti i membri dell’Ue l’Italia è quello che ha il rallentamento più pronunciato. Un’ulteriore ragione affinché il governo ripensi la sua traiettoria di politica di Bilancio e assicuri che sia il debito che il deficit siano su una dinamica di riduzione”,
ha detto a Bloomberg Tv. Dopo le discussioni avviate lo scorso anno con la Commissione Europea, l’Italia ha modificato il Bilancio in maniera piuttosto consistente e ha ridotto i piani di deficit. Ma per il commissario questo non è sufficiente.
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