Secondo l’Ordine degli psicologi più della metà degli italiani soffre di stress da coronavirus. Sono tanti i disturbi accusati durante il lockdown: vediamo quali.
Oltre la metà degli italiani ha dichiarato di soffrire di stress a causa della pandemia di coronavirus.
È questo il risultato del sondaggio dell’Istituto Piepoli commissionato dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi per capire quale sia l’impatto del nuovo virus sulla salute mentale della popolazione.
Alla luce dei dati dall’Ordine è arrivata la richiesta di reclutare specialisti del settore nelle strutture territoriali come ospedali e carceri.
Stress da coronavirus: ne soffre il 63% degli italiani
La pandemia di coronavirus ha avuto un impatto devastante sul tessuto socioeconomico di molti Paesi. L’Italia entrerà gradualmente nella Fase 2 dal prossimo 4 maggio ma l’emergenza sanitaria potrebbe aggravarsi ulteriormente.
La salute mentale dei cittadini è stata messa a dura prova dal lockdown. Dati preoccupanti quelli che arrivano dal sondaggio dell’Istituto Piepoli commissionato dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi: il 63% degli italiani si è definito abbastanza stressato e il 43% ha accusato il livello massimo di stress. Per quanto riguarda la provenienza geografica degli intervistati il 64% era del Nord Ovest, il 59% del Nord Est e del Centro, il 67% del Sud e delle Isole.
Tra le cause principali di questa situazione vengono annoverate la separazione dai propri cari, i problemi economici, l’incertezza sul futuro, la paura di contrarre il virus e le limitazioni alla libertà personale imposte dal Governo. I disturbi elencati sono insonnia, mal di testa, mal di stomaco, ansia, panico e depressione. Una situazione che potrebbe rendere ancora peggiore la crisi scatenata dal SARS-COV-2 sulla sanità pubblica.
“Psicologi negli ospedali, nei carceri e sul territorio”
Per affrontare questa situazione l’Ordine degli psicologi, attraverso il presidente David Lazzari, ha chiesto alle istituzioni di inviare esperti della salute mentale dove c’è più bisogno: negli ospedali, nelle carceri e sul territorio. Servono infatti degli specialisti del settore per poter mitigare anche gli effetti collaterali della pandemia.
Queste le parole di Lazzari in merito:
“Il volontariato non può sostituirsi al servizio pubblico, è necessario che siano reclutati psicologi negli ospedali, nell’assistenza territoriale, nelle carceri. I pronto soccorso sono pieni di persone con attacchi di panico e non ci sono psicologi. Il distanziamento sociale, la paura e l’incertezza sul futuro hanno portato lo stress a livelli mai toccati”.
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