Goldman Sachs giudica l’intervento della scorsa settimana da parte della BoJ, ritenendolo un grave errore di valutazione. Vediamo perché.
Lo scorso giovedì la banca centrale del Giappone era attesa dal mercato a nuovi interventi di politica monetaria, atti a risollevare le sorti dell’economia nipponica.
Non solo non è intervenuta in alcun modo ma ha anche tagliato le stime di crescita di PIL e inflazione, causando un’immediata e dura reazione nei mercati.
Questo è secondo gli analisti di Goldman Sachs un pessimo errore che la Bank of Japan non doveva commettere.
Lo yen continua ad apprezzarsi e la situazione del cambio dollaro-yen a segnalare grande pericolo per il Giappone, con maggio che inizia nel peggiore dei modi.
Goldman Sachs attacca la BoJ: ha sbagliato
Secondo Goldman Sachs la banca centrale del Giappone ha fatto un grave errore di valutazione nel decidere di mantenere i tassi di interesse costanti durante l’ultimo incontro della scorsa settimana.
La Bank of Japan ha mantenuto i tassi di deposito al -0,1% e la sua base monetaria target ferma a 80.000 miliardi di yen quando giovedì scorso ha sorpreso il mercato, fermo in attesa di nuove misure e stimoli per l’economia.
La BoJ ha inoltre tagliato le stime relative alla crescita dell’inflazione e dell’economia nazionale per l’anno fiscale 2016-2017.
“La BoJ sembra dire al mercato di essere paziente, quando all’abbassamento delle previsioni sull’inflazione non associa alcun intervento. Questo è, secondo noi, un grave errore di valutazione.”
Queste le parole degli analisti di Goldman Sachs, firmate in un report a nome di Robin Brooks, che aggiungono:
“Le politiche economiche non convenzionali, come quelle sostenute dalla BoJ, si basano su un gioco di aspettative, con la necessità di causare shock continui al mercato, fino a togliere ogni ragione per dubitare dell’impegno della banca centrale. Predicare pazienza è l’opposto, stai comunicando al mercato che ha aspettative troppo alte.”
Le previsioni della settimana scorsa offerta dalla banca centrale del Giappone hanno visto un taglio del PIL, passato all’1,2% dopo le stime dell’1,5% dello scorso gennaio.
Per quanto riguarda l’inflazione il taglio delle previsioni ha visto un calo dal +0,8% al +0,5%.
Secondo Goldman Sachs la BoJ avrebbe quindi dovuto annunciare nuove misure di intervento per stimolare l’economia e dare uno sprint alla crescita dell’inflazione.
Dopo aver portato i tassi sotto lo zero a gennaio, secondo Robin Brooks, l’intervento di aprile poteva guardare ai bilanci delle banche private, magari alleggerendone i bilanci dai mutui.
Nel frattempo lo yen continua a guadagnare terreno da giovedì, dopo l’intervento della Bank of Japan, avendo abbattuto il muro del 106, con il nuovo minimo a 105,56.
La quotazione del cambio dollaro-yen non toccava questi livelli dal settembre del 2014 e, sempre secondo Goldman Sachs, non potrà che continuare così:
“Non abbiamo molti dubbi al riguardo: dollaro-yen continuerà il ribasso nel breve termine, fino a quando il governatore Kuroda non sarà obbligato ad intervenire con grande forza.”
La prospettiva del cambio a lungo termine, tuttavia, è secondo gli analisti della banca di investimento americana destinata ad invertirsi, con un rialzo strutturale previsto per il lungo periodo.
Dello stesso parere è anche l’analista di Societe Generale Kit Juckes, il quale ha consigliato di comprare dollaro-yen a quota 101,5, con una stop loss appena sotto quota 100.
Di certo, affinché si possa avverare questa previsione, è necessario che dollaro-yen scenda ancora un bel po’.
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