Come anni di corruzione ed evasione fiscale in Grecia abbiano contribuito al suo crollo economico. Un greco medio paga 1,355 euro all’anno in mazzette.
L’Unione Europea pone alla base della crisi economica in Grecia la cattiva gestione dei fondi e la mancanza di una cultura fiscale. Tuttavia viene ignorato un problema ancora più grave e forse più significativo: la corruzione.
Secondo un sondaggio del 2014 sulla corruzione globale di Transparency International, la Grecia è la più corrotta d’Europa, al pari solo con l’Italia.
Sempre secondo uno studio del 2009 di TI, un greco medio paga 1,355 euro all’anno in mazzette. Degli intervistati, il 13,4% ha ammesso di aver ricevuto richieste di allettamento.
Il partito del primo ministro Tsipras, Syriza, è stato eletto non solo per rispondere alle pressioni economiche europee ma anche per porre una soluzione al problema della corruzione che per anni ha messo in ginocchio il paese. La scarsa implementazione della legge nei settori dell’amministrazione fiscale e dell’assistenza sanitaria li renderebbe più vulnerabili ad essere corrotti.
Secondo uno studio del Brookings Institution nel 2010, circa 20 miliardi di euro svaniscono ogni anno in Grecia per via della corruzione. Un’analisi di Bloomberg del 2012 rivela che il mercato nero in Grecia corrisponde al 24,3% del PIL.
Tsipras ha messo in atto alcune riforme che sperano di poter tamponare l’emorragia economica dovuta all’evasione fiscale. Fra queste una riduzione e riorganizzazione dell’amministrazione fiscale, oltre a misure di welfare mirate ad aiutare i più poveri e i pensionati. Ancora è troppo presto per verificare il reale effetto di queste operazioni.
La Grecia ha visto susseguirsi decine di revisioni del sistema fiscale negli ultimi 10 anni, il che, anche se dimostra una buona volontà di base, mette in luce la mancata risoluzione dei problemi di fondo.
Malgrado le numerose riforme, un altro studio di Transparency International nel 2013 rivela che il 39% degli intervistati greci percepiva che il livello di corruzione si fosse alzato di molto e il 46% riteneva che le misure messe in atto dai governi per combatterlo fossero inefficaci. Non solo, il 90% considerava i partiti politici corrotti oppure estremamente corrotti.
Una tragedia greca: la corruzione nel governo
I greci non sbagliano a non fidarsi dei politici dati i precedenti:
- L’ex Ministro della Difesa, Akis Tsochatzopoulos, è stato imprigionato nel 2011 per via di scandali economici.
- Nel 2013, Yiannos Papantoniou, ex ministro delle Finanze greco, fu condannato a quattro anni per aver falsificato la dichiarazione dei redditi.
Pochi sono i politici che hanno pagato le conseguenze delle loro azioni fino ad ora, ma le condanne e accuse si susseguono in Grecia ogni settimana. Nel 2011, l’allora ministro delle finanze greco, Evangelos Venizelos, pubblicò una lista contenete i nomi degli evasori che superavano la somma di 150,000 euro. Tra i nomi c’erano anche celebrità, politici e sportivi.
Perché l’UE non insiste sulla corruzione?
L’UE sembra soffermarsi molto sulla necessità di tagliare la spesa pubblica e di una maggiore austerità, tuttavia si sente parlare poco del problema della corruzione dilagante in Grecia.
Forse non a caso, i casi che sono emersi in Grecia sulla corruzione riguardano grandi compagnie europee come Daimler, Deutsche Bank e Siemens. In particolare, quest’ultima è stata accusata di corruzione di ufficiali pubblici durante i mondiali di calcio ad Atene nel 2004. La Siemens, certamente perché innocente, ha preferito accordarsi per pagare 330 milioni di euro alla Grecia.
Se l’UE insistesse sul problema della corruzione in Grecia, forse altre blue chip Europee rischierebbero di trovarsi sulla prima pagina dei giornali.
In un discorso tenuto l’anno scorso dall’allora primo ministro, George Papandreou, la corruzione è l’unico vero problema della Grecia:
“Noi, i Greci abbiamo sbagliato. Non solo per quello che è successo nel 2009, ma per anni, decenni addirittura”
Certo non consola che Papandreou stesso, discendente da una famiglia di primi ministri che si susseguono in maniera quasi regale, sia stato messo sotto accusa per aver rubato soldi allo stato. L’ex primo ministro avrebbe infatti sottoscritto all’invio di fondi a delle organizzazioni No-Profit. Fino a 30 milioni di quei fondi non sono tutt’ora stati rintracciati.
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