Abbattere i costi aziendali assumendo la baby sitter dei propri figli oppure il giardiniere personale? Forse è meglio di no. Di Ida Dominici.
Secondo alcune buffe teorie l’imprenditore disinibito avrebbe convenienza ad assumere la baby sitter dei propri bimbi ed il giardiniere personale. La Dottoressa Ida Dominici ci spiega come stanno davvero le cose.
SEGRETO
In questo «segreto» si spiega come l’imprenditore disinibito possa abbattere i costi aziendali assumendo la babysitter e il giardiniere come addetti nella propria società, inserendoli a libro paga con dei veri e propri rapporti di lavoro subordinato
COMMENTO
Secondo questo segreto l’imprenditore disinibito, in quanto ingegnoso nel gestire la propria fiscalità, utilizzando un comportamento border line potrebbe abbattere i redditi aziendali, generando un risparmio fiscale enorme, assumendo la baby sitter che accudisce i propri figli e il giardiniere che si occupa del verde di casa con regolari contratti di lavoro subordinato presso la propria azienda.
Gli aspetti da prendere in considerazione in questo segreto sono molteplici.
Innanzitutto se esaminiamo un qualsiasi contratto di lavoro subordinato con livello base, il Costo Annuo Lordo si aggira intorno ai 34.300,00 € se lo confrontiamo con un contratto Baby sitter full time di tipo B super (per coloro che hanno almeno 12 mesi di esperienza, retribuzione da CN mensile 956) si aggira intorno a circa 13.400 euro annui. Aggiungendo, poi, i contributi INPS che vengono calcolati in base alla retribuzione mensile, sempre nel caso di baby sitter il contributo a carico del datore di lavoro è circa pari a 160.00 euro mensili, che moltiplicato per 12 mesi è pari a 1.920,00 euro (oltretutto deducibili dal reddito personale, come più avanti si dirà). Considerando anche il costo del TFR il costo massimo è di circa euro 15.400 €.
È certo che risparmio le tasse aziendali, ma lo faccio spendendo più del doppio in personale dipendente (con felicità dell’INPS e del Fisco che intascano somme inaspettate) rispetto ad un’assunzione domestica! Questo segreto risulta pertanto essere antieconomico e l’imprenditore che lo mette in atto, oltre ad essere disinibito dovrà essere anche … un po’ sprovveduto …!
Il secondo aspetto da valutare è l’inerenza, che costituisce un fondamentale requisito nella determinazione del reddito d’impresa in base al quale deve esserci un collegamento tra il costo sostenuto e l’attività d’impresa effettivamente svolta e produttiva del reddito.
Nonostante il costo maggiore si incorre quindi anche nel rischio che detti costi non siano considerati inerenti e pertanto non siano riconosciuti nella determinazione del reddito, essendo spese di carattere familiare dell’imprenditore. In caso di accertamento, anche il più buono dei verificatori riprenderebbe questi costi a tassazione. Il “trucco” allora starebbe nel camuffare le funzioni effettivamente svolte per far figurare documentalmente un’attività svolta diversa da quella reale.
Si ricorda poi all’imprenditore disinibito che le spese sostenute per collaboratori domestici e baby sitter possono anche essere dedotte dal reddito della persona fisica (senza inventarsi strani marchingegni). L’importo massimo di deduzione per i contributi INPS è fissato in 1.549,37 euro. Si può inoltre godere di una detrazione d’imposta per le spese sostenute per le persone che forniscono assistenza al contribuente o ai familiari a carico per un importo massimo di 2.500,00 euro (detrazione al 19%, pari a 399 euro). Ma probabilmente il nostro imprenditore devoto al culto dell’escapologia fiscale sarà residente in qualche paradiso estero, senza redditi in Italia nei quali possano trovare capienza le deduzioni/detrazioni sopra citate…
L’ultimo aspetto da valutare è l’eventualità di infortuni sul lavoro; qui si realizza un altro capolavoro assoluto: cosa dichiarare nel caso in cui la baby sitter abbia un incidente con la macchina mentre va a prendere a scuola la bambina o il giardiniere si tagli una falange mentre pota la siepe di casa? Presumibilmente, se emergesse la verità riguardo alla dinamica dell’incidente, l’imprenditore non avrebbe alcuna copertura, con ulteriori rischi di esborsi ben più sostanziosi rispetto alle imposte (forse) risparmiate.
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