Un video spopola sul web e critica aspramente la campagna Coop Origini sulla provenienza delle materie prime della filiera agroalimentare
Ha avuto talmente tante visualizzazioni che non è rimasto indifferente neanche il blog di Beppe Grillo. Si tratta di un video divenuto virale nel giro degli ultimi tre giorni, che ha raggiunto quasi le 60.000 visualizzazioni. Il filmato, dal titolo “La Coop sei tu?”, punta l’attenzione sulla provenienza delle materie prime dei prodotti a marchio Coop.
Il video è una risposta chiara e netta a un campagna messa in atto dalla Coop stessa e volta a pubblicizzare la App “Origini”, una speciale App prodotta dal noto marchio di supermercati per conoscere e testare la provenienza dei prodotti a marchio Coop che ogni acquirente mette quotidianamente nel proprio carrello della spesa.
Il video dichiara scandaloso l’uso di materie prime estere e insiste sul fatto che sono in realtà molto pochi i consumatori che si interrogano a fondo sulla provenienza di un prodotto. Secondo le persone che hanno realizzato il video, non è sufficiente accontentarsi di sapere che la marca sia italiana per convincersi che si tratti di made in Italy. In realtà, come cerca di dimostrare il video, anche il cosiddetto made in Italy è prodotto con materie prime che in molti casi non hanno nulla di italiano.
Non solo, le materie prime utilizzate per quel made in Italy, potrebbero essere radioattive perché importate da chissà quale paese e coltivate in chissà quali condizioni mentre le nostre arance marciscono sugli alberi e i nostri allevatori devono attenersi a rigide quote per non essere multati per sovrapproduzione di latte.
La risposta di Coop non ha tardato ad arrivare e anche alcune testate online accreditate che si occupano di tematiche ambientali hanno alzato gli scudi in difesa del marchio italiano, affermando che il video è pretestuoso e che non è un mistero che l’Italia non sia autosufficiente e che debba necessariamente importare materie prime di origine estera per produrre generi alimentari finiti da immettere sul mercato.
In realtà anche la stessa campagna Coop Origini a cui è dedicata, oltre alla specifica App anche un’apposita sezione del portale web di Coop, non ha mai nascosto che il fatto che la normativa obblighi a dichiarare in etichetta soltanto il luogo di ultima produzione di uno specifico prodotto agroalimentare e non i luoghi in cui avvengono le trasformazioni che un prodotto subisce su tutta la filiera e che l’impegno di Coop si sia concentrato proprio nella specifica direzione di rendere trasparente e pubblicamente rintracciabile l’intera filiera di ogni prodotto.
C’è da chiedersi allora che senso abbia questo video e se sia un valido esempio di controinformazione o un prodotto grossolano realizzato per manifestare lo scontento verso una costante diminuzione del potere d’acquisto che determina ingenti disparità anche nei contenuti del carrello della spesa.
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