Per quanto riguarda l’esito di Brexit le attese sono per una nuova bocciatura del piano di way out da parte dei parlamentari britannici il prossimo 3 settembre
La Brexit, a distanza di ben tre anni dal referendum popolare che la ha sancita, scuote ancora il Regno Unito e la sua economia.
La nomina di Boris Johnson a Primo Ministro britannico non ha evidentemente fatto bene alla Sterlina che ha messo a segno una perdita del 3% dal giorno della sua nomina scendendo ai minimi degli ultimi decenni contro le principali monete.
Il calo nei dati economici chiave, testimoniato da recentissimo dato sul Pil del secondo trimestre, sembra aver giocato in quella direzione.
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Le attese dell’analista
Gli investitori osserveranno attentamente il dato sul mercato del lavoro UK così come quello sull’inflazione; entrambi verranno pubblicati nel corso della settimana.
«Sulla scorta della politica monetaria utilizzata dalla Bank of England e come risultante della riunione del primo agosto scorso, che ha mantenuto i tassi invariati allo 0,75%, l’economia dovrebbe rallentare (1,30% nel 2019/2020 dalla precedente stima di 1,50 e 1,60%) nonostante la banca centrale continui a sostenere che non vi sarà alcun shock derivante dalla Brexit», ha commentato Vincent Mivelaz, analista di Swissquote.
Per quanto riguarda l’esito di Brexit le attese sono per una nuova bocciatura del piano di way out da parte dei parlamentari britannici il prossimo 3 settembre. Così Mivelaz:
«Nello stesso periodo, il partito liberale-conservatore al governo in Irlanda (Fine Gael) conferma l’intenzione di mantenere intatta la cosiddetta soluzione di sicurezza sul confine tra Irlanda e Irlanda del Nord nel caso i negoziatori europei e britannici non trovino un accordo complessivo su Brexit»
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Anche gli indicatori per il mese di giugno non sono incoraggianti con la produzione industriale allo 0,60% (il dato precedente era +0,50%), la scivolata della produzione manifatturiera dell’1,40% (dato precedente -0,20%) mentre è migliorato il bilancio commerciale (-7 miliardi di sterline contro i 10,7 miliardi di sterline del dato precedente).
Gli effetti sulla sterlina
Più in generale – sostiene Mivelaz - nonostante l’ottimismo profuso dai parlamentari che vorrebbero spezzare l’impegno di Boris Johnson “Brexit o morte” cacciandolo o forzando un’estensione della Brexit, sembra che la situazione sia tutt’altro che rosea.
«I prossimi dati opachi su inflazione e occupazione dovrebbero porre fine anche al rimbalzo della Sterlina nei confronti del Dollaro che attualmente è tornata ai livelli minimi del 1985 mentre gli effetti della guerra commerciale continueranno a mantenere il centro della scena. Il cambio dovrebbe oscillare tra 1,2080 e 1,20», ha chiosato l’analista di Swissquote.
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