Il trader veterano Art Cashin paragona l’incertezza nel mercato azionario di quest’anno a quella che caratterizzò il periodo prima del crollo del 1987
Il direttore dei servizi finanziari della società svizzera UBS, Art Cashin, sostiene che la volatilità del mercato di quest’anno ricorda il crollo del mercato azionario del 1987.
Cashin, ora uno dei sei floor governor esecutivi del New York Stock Exchange (NYSE), ritiene che l’attuale volatilità “ricorda sfortunatamente parte della volatilità che abbiamo potuto vedere nell’87”, ha spiegato in occasione di un’intervista alla Cnbc.
Il riferimento è chiaramente alla volatilità di mercato iniziata il 19 ottobre 1987 in Asia prima di diffondersi in Europa e poi negli Stati Uniti nel corso della stessa giornata. Il Dow Jones in quello stesso giorno lasciò sul terreno oltre 500 punti, con un calo al termine delle contrattazioni del 22%. La volatilità si è poi spostata seguendo i vari fusi orari la mattina seguente, causando il crollo dei mercati in Australia e Nuova Zelanda.
Mercoledì, nelle prime ore della sessione statunitense, il Dow Jones è sceso bruscamente per poi risalire più tardi recuperando oltre 700 punti dai minimi e chiudendo in rialzo di oltre 230 punti rispetto alla quotazione di apertura. Anche l’S&P 500 e il Nasdaq hanno poi compensato le perdite iniziali, chiudendo la giornata in rialzo.
La stessa tipologia di movimento è proseguita giovedì: il Dow ha chiuso con 240,92 punti di rialzo a quota 24.505. Anche l’S&P 500 e il Nasdaq sono saliti, il primo dello 0,7%, a quota 2.662,84 punti e il secondo in rialzo dello 0,5% a quota 7.076,55 punti.
Stephanie Link, direttore generale e manager per l’equity statunitense presso Nuveen, ritiene che questo sia l’anno della volatilità. L’analista ha sottolineato come ci siano stati 28 giorni nel solo primo trimestre in cui il mercato si è spostato di oltre l’1% al rialzo o al ribasso, rispetto alle sole otto volte nell’intero 2017.
“Questo è un momento di incertezza, e il mercato non ama l’incertezza”, ha evidenziato Link.
Il grafico riporta l’andamento daily dell’indice VIX, il noto benchmark per la volatilità del mercato azionario statunitense. È chiaramente visibile una serie di picchi di volatilità a partire dall’inizio del 2018, contro un 2017 relativamente stabile e vicino ai minimi storici.
Gli osservatori di mercato continuano ad applicare la massima attenzione nelle ultime settimane, viste le paure di una probabile guerra commerciale incombente e per le problematiche del settore tecnologico. Sia il Dow Jones che l’S&P sono entrati in territorio di correzione quest’anno. Ai suoi minimi, il Dow è sceso del 12% rispetto ai massimi di gennaio. L’S&P è ancora in calo del 7% rispetto ai massimi di gennaio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA