Simone Speggiorin, 36 anni, primario al Glenfield Hospital di Leicester. In Italia? sarebbe un precario della sanità.
Questo è uno dei tanti esempi di giovani di qualità costretti a lasciare il nostro paese per vedersi riconosciuto il ruolo che si sono meritati passando anni sui libri universitari.
E la storia di Simone Speggiorin è la storia di tanti altri giovani laureati costretti alla precarietà in Italia, ma che trovano un’occupazione volando altrove. Il report dell’European Vacancy Monitor del 2013 evidenzia come, nonostante la crisi occupazionale si faccia sentire in tutta Europa, le assunzioni di medici, infermieri, ostetriche, fisioterapisti siano cresciute del 2% tra il 2008 e il 2010.
Cercasi camici bianchi
In Paesi come Londra, Madrid e Vienna c’è una costante ricerca di personale specializzato nelle pratiche mediche e infermieristiche.
In realtà, sottolinea il report, l’internazionalizzazione del settore ha ancora molta strada da fare. I camici bianchi che operano in un paese diverso da quello di origine sono in media il 7% in Europa. Ma il trend sembra destinato a cambiare velocemente. Infatti le offerte di lavoro destinate a professionisti della sanità fuori sede stanno aumentando, superando di gran lunga le ultime medie registrate.
I Paesi con più stranieri
Può sembrare incredibile, ma l’Italia nella classifica dei paesi che assumono più stranieri laureati in medicina o infermieristica si posiziona al secondo posto. In un paese dove giovani di talento come Simone Speggiorin sono costretti a volare oltreconfine per non morire di precarietà, la percentuale di camici fuori sede che lavorano in strutture italiane è il 20%.
Prima dell’Italia solo il Lussemburgo con più del 35% di stranieri nei proprio ospedali. Nel piccolo Stato infatti sono sempre alla ricerca di personale medico specializzato e il granducato si posiziona come primo nella classifica dei paesi più in cerca di camici stranieri. Altre grandi opportunità per laureati in medicina si possono trovare il Irlanda, Estonia, Austria, Cipro, Spagna, Regno Uniti e Lettonia.
Di seguito proponiamo la tabella riportata nel report dell’European Vacancy Monitor del 2013:
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