La Regione Lazio insieme allo Spallanzani sta per firmare un accordo con il Gamaleya Research Institute: in arrivo 100 dosi dello Sputnik V per testare la validità sulle varianti, ma il vaccino russo potrebbe essere poi utilizzato come richiamo per chi come prima dose ha ricevuto AstraZeneca.
Il Lazio presto potrebbe iniziare a sperimentare lo Sputnik V, il vaccino russo già in uso a San Marino e che Matteo Salvini da tempo vorrebbe vedere distribuito anche in Italia per sopperire ai tagli da parte di AstraZeneca.
La Regione guidata da Nicola Zingaretti, in tandem con lo Spallanzani, la prossima settimana dovrebbe firmare un accordo con il Gamaleya Research Institute, il centro che ha realizzato il vaccino made in Russia.
Il protocollo dovrebbe prevedere l’invio di 100 dosi dello Sputnik V, che dopo Pasqua sarà somministrato a dei volontari per testare la sua efficacia nei riguardi della variante inglese e di quella sudafricana.
Nel Lazio questa sperimentazione, che sarà seguita da un team composto da ricercatori italiani e russi, dovrebbe durare meno di un mese con i risultati che poi saranno pubblicati dallo Spallanzani.
Lazio: arriva lo Sputnik V
Aspettando la ratifica ufficiale del protocollo che dovrebbe avvenire a giorni, il Lazio potrebbe fare così da apripista in Italia per quanto riguarda l’utilizzo del vaccino russo contro il Covid.
Se questa sperimentazione riguardante lo Sputnik V dovesse dare i risultati sperati, con il siero efficace contro le varianti così come garantito dagli esperti di Mosca, il dossier potrebbe poi finire sul tavolo dell’Ema.
Ma il Lazio sembrerebbe essere pronto anche e muoversi per conto proprio, visto che l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato si starebbe già attivando per trovare un sito in regione capace di produrre lo Sputnik V.
Da quanto è trapelato, il vaccino russo nel Lazio potrebbe essere utilizzato come richiamo per chi, come prima dose, ha avuto il siero di AstraZeneca. Per Francesco Vaia dello Spallanzani si può pensare alla “possibilità di verifica anche di una seconda somministrazione di vaccino, a seguito di una prima inoculazione sperimentale con altri prodotti che non hanno dato risultati sperati”.
La partita riguardante lo Sputnik V al momento appare però essere più geopolitica che scientifica: questa sperimentazione è senza dubbio un primo passo verso un utilizzo anche in Italia del vaccino russo, anche se il Governo insieme all’Europa sembrerebbe essere più interessato alle novità provenienti da Washington piuttosto che ad aprire un discorso con Mosca.
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