La riapertura delle aziende è l’unica chiave in grado di far ripartire l’economia del nostro Paese. Nicola Porro spiega perché le politiche di sostegno al reddito adottate dal Governo possono essere valide solo a breve termine.
“Il decreto di maggio entra a spizzichi e bocconi nei giornali”. Nicola Porro apre così la sua discussione sulle politiche di sostegno alla cittadinanza stanziate dal Governo per fronteggiare la crisi economica dettata dal coronavirus, nel corso della sua rassegna stampa in diretta su Facebook.
Quello che cruccia principalmente il giornalista è il fatto che “dei 55 miliardi a sostegno dei cittadini, 14 sono destinati alla cassa integrazione, 1 miliardo in più del mese scorso. Quanto possiamo continuare a spendere 14 miliardi al mese per la cassa integrazione se non facciamo riprendere le aziende?”
Porro: “Le imprese devono ripartire”
Le politiche di sostegno ai cittadini per Porro possono avere una valenza a breve termine, ma è necessario che le attività tornino a produrre per poter far riprende l’economia. Nello specifico il giornalista si sofferma su un articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano, nel quale viene riportato che secondo Confindustria le politiche del reddito di inclusione e di cittadinanza danno “un po’ di respiro a chi ha perso il lavoro, ma se non glielo trovi il lavoro per quanto tempo puoi spendere 14 miliardi al mese?”.
Uno dei problemi principali come titola anche Il Sole 24 ore è il fatto che “la produzione industriale è scesa del 50% tra marzo e aprile”. Se la produzione è bloccata anche il consumo e le vendite subiscono una riduzione con il conseguente calo del fatturato che comporta una minore entrata nelle casse dello Stato dovuta al pagamento delle tasse. Si sta dunque innescando un circolo vizioso che non è in grado di sostenere il nostro sistema di welfare.
Il caso dei bar e ristoranti
Uno dei settori che ha registrato maggiori perdite è senza dubbio quello della ristorazione, che si è trovato costretto a chiudere tutti i locali durante il lockdow. Porro continua citando Il Messaggero, secondo cui “nel decreto di maggio dovrebbe esserci un aiuto per gli affitti degli esercenti che prevede un rimborso del 100% per chi ha un bar o un ristorante e che negli ultimi 3 mesi è stato costretto a chiudere o ha ridotto il suo fatturato”.
In questo caso l’invettiva di Porro si rivolge al Governo a cui chiede di semplificare le procedure per ricevere questi bonus:
“Fatela semplice, perché se lo fate come sulla carta avevate fatto il decreto liquidità, i prestiti fino a 25 mila euro o i prestiti della SACE o quelli per il fondo di garanzia, i ristoratori e i baristi fanno prima a chiudere che a beccare questi soldi”.
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