Tra il 2015 e il 2022 il 59% dei dipendenti ha trascorso almeno 12 mesi a bassa retribuzione, mentre 3,6 milioni di over 50 svolgono professioni gravose.
In alcuni casi, precario e pagato poco. In altri, magari più continuo, ma usurante a livello fisico e mentale. Per milioni di persone in Italia il lavoro comporta un carico di difficoltà non indifferenti.
E a poco bastano i miglioramenti osservati negli ultimi anni, perché l’Italia continua a distinguersi in Europa per la sua elevata quota di occupati che si trovano in condizioni di vulnerabilità economica. Pesa l’inflazione, riducendo il potere d’acquisto di salari che crescono molto poco rispetto a quelli delle altre economie del Continente, ma incidono anche la ridotta durata dei rapporti di lavoro e le tipologie contrattuali con poche tutele, specialmente per alcune categorie (giovani, donne, stranieri). E i fortunati che un lavoro ce l’hanno spesso devono fare i conti con mansioni gravose.
Secondo l’ultimo Rapporto Annuale Istat, tra il 2013 e il 2023 le retribuzioni lorde annue dei lavoratori dipendenti in Italia sono cresciute di circa il 16%. Ossia poco più della metà dell’incremento medio registrato nello stesso periodo nei 27 paesi dell’Unione Europea (+30,8%), e molto meno rispetto a Francia e Spagna, in cui sono salite in entrambe del 22,7%, e alla Germania, dove sono aumentate del 35%. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA