Si continua a parlare di crisi e di elezioni anticipate, ma alla fine ognuno è ancora al proprio posto: Movimento 5 Stelle e Lega potrebbero anche andare avanti con un nuovo governo, sacrificando il premier Conte e qualche ministro.
Nel libro 1984 di George Orwell il protagonista Winston Smith, un impiegato presso il Ministero della Verità, ha come compito quello di correggere di volta in volta libri e articoli di giornali passati per renderli in linea con le nuove esigenze del partito visto che “se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera”.
Se quindi prima l’Oceania, il superstato di cui fa parte Smith, era alleata dell’Estasia e in guerra con l’Eurasia, quando invece il nemico è diventato l’Estasia e l’amico l’Eurasia a Winston è toccato il compito di modificare tutto quanto era stato scritto in passato, per far passare che da sempre l’Oceania è stata in guerra con l’Estasia e alleata dell’Eurasia e non viceversa.
Da quando nel marzo 2018 in Italia si è votato per le elezioni politiche, tra i vari partiti è avvenuto un meccanismo simile anche se, fortunatamente, ancora non è possibile mutare ciò che è stato scritto nei giornali o postato sui vari social.
Ecco dunque che in questa crisi di governo i due nemici per eccellenza, Matteo Renzi e il Movimento 5 Stelle, stiano ora filtrando per far nascere una nuova maggioranza mentre i gialloverdi, che fino a qualche mese fa rappresentavano il cambiamento e sarebbero andati avanti per cinque anni, si insultano sul web come due fidanzati poco inclini alla propria privacy che dopo essersi lasciati si rinfacciano le varie colpe.
Nelle ultime ore però qualcosa sembrerebbe essere cambiato. Dopo il voto del Senato che ha respinto la richiesta del centrodestra di votare subito la sfiducia al premier Conte, grazie al parere contrario del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico oltre a Gruppo Misto e Autonomie, dal fronte della Lega starebbero iniziando ad arrivare dei segnali distensivi verso i pentastellati.
Considerando che in teoria al momento ogni membro del governo è ancora ben ancorato alla propria poltrona, Salvini se ne guarda bene dal dimettersi così come i suoi ministri, alla fine di tutto questo trambusto la crisi ferragostana potrebbe risolversi anche con una pace tra i gialloverdi, con quella di Giuseppe Conte che sarebbe l’unica testa certa di cadere.
Una crisi di governo anomala
Quella in atto è una crisi di governo anomala visto che finora nessuno si è dimesso e, martedì prossimo, in agenda al Senato ci sono soltanto le comunicazioni da parte del premier, che il giorno seguente poi le dovrebbe replicare anche alla Camera.
Resta poi da capire cosa ne sarà della mozione di sfiducia a Conte e se giovedì poi ci sarà il voto finale sempre a Montecitorio sul taglio dei parlamentari, previsto per il 9 settembre ma che potrebbe essere anticipato dopo l’apertura da parte della Lega ad approvare la sforbiciata subito.
Nell’ultima settimana quindi per il Movimento 5 Stelle adesso Matteo Renzi da grande nemico è diventato un interlocutore, e viceversa, mentre Matteo Salvini da alleato affidabile un Giuda pronto a portare il paese alla rovina con l’aumento dell’Iva.
La Lega dal canto suo, dopo aver giurato di non volere più allearsi a livello nazionale con Silvio Berlusconi è tornata a chiedere l’unità del centrodestra a Forza Italia e Fratelli d’Italia, che dal giugno 2018 in pratica non aspettavano altro.
Adesso però il tempo stringe e la prossima settimana dovrà essere presa una decisione. Visto che al Senato si è palesata una nuova maggioranza M5S-PD-Misto-Autonomie, che avrebbe i numeri anche alla Camera, adesso Matteo Salvini avrebbe molte meno certezze.
Un governo del genere con ogni probabilità farebbe volare ulteriormente la Lega nei sondaggi, ma potrebbe escludere per un lasso di tempo anche importante il Carroccio dalla stanza dei bottoni. Una situazione non proprio ideale visto le delicate inchieste che sono in corso e che riguardano l’universo leghista.
Pace tra Lega e Movimento 5 Stelle?
“Non chiudo le porte a un nuovo dialogo con il Movimento 5 Stelle” sono state le parole del ministro Gian Marco Centinaio, uno dei big della Lega, che quindi non ha escluso che alla fine lo strappo con i grillini possa essere ricucito.
La decisione comunque “spetta comunque a Matteo Salvini”, ma secondo Centinaio molti parlamentari del Movimento “dicono piuttosto che andare con il PD meglio tornare con la Lega”.
Anche se le posizioni di Luigi Di Maio e Matteo Salvini rimangono al momento molto distanti, ci sarebbero già gli sherpa a lavoro per riallacciare i rapporti considerando anche il fatto che i 5 Stelle vogliono in ogni modo evitare le elezioni.
La maggioranza carioca può dunque andare avanti? Al momento tecnicamente è al suo posto, ma se la Lega alla fine decidesse di continuare nel governo con i 5 Stelle di certo chiederebbe almeno la testa di Giuseppe Conte.
Con un nuovo premier, magari più spostato verso il Carroccio e un rimpasto tra i ministri, i gialloverdi potrebbero andare avanti anche se la legge di Bilancio spaventa non poco ma alla fine la colpa di un eventuale aumento dell’Iva può essere sempre addossata all’Europa cattiva e austera.
Un governo Lega-M5s bis sarebbe un’autentica piroetta dopo gli insulti degli ultimi giorni ma, un po’ come scriveva Orwell, i nemici di ieri possono in politica diventare gli amici di oggi, basta poi affermare che in fondo il tutto viene fatto per il bene del Paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti