Dopo aver minacciato le dimissioni visti i litigi nella maggioranza, il premier Conte ha sospeso il vertice sullo sblocca cantieri dopo che la Lega ha ribadito la volontà di sospendere per due anni il codice degli appalti.
Giuseppe Conte non è disposto a “vivacchiare alla guida del governo” come affermato nella conferenza stampa dove ha lanciato il suo aut aut alla maggioranza, ma alla prima prova dei fatti il premier è stato subito messo in difficoltà dalla Lega.
Il Carroccio infatti, forte adesso del successo alle elezioni europee, nella riunione sul decreto sblocca cantieri non ha voluto fare un passo indietro come chiesto da Conte sull’emendamento che prevede la sospensione per due anni del codice degli appalti.
“Ho un mandato politico” ha affermato il viceministro leghista all’Economia Massimo Garavaglia, non adducendo però nessuna motivazione tecnica a difesa dell’emendamento incriminato.
Una presa di posizione che ha fatto infuriare il premier Conte che, dopo aver sospeso la riunione, avrebbe affermato che con questo atteggiamento “andiamo tutti a casa”, con il Movimento 5 Stelle che ha parlato di “pretesto della Lega per far cadere il governo”.
A vuoto le parole di Conte
A scuola dopo una sfuriata dell’insegnante, anche gli alunni più indisciplinati aspettavano almeno qualche minuto prima di riprendere a fare confusione. All’interno della maggioranza gialloverde invece non è passato neanche un istante prima del continuo dei litigi.
Giuseppe Conte si è presentato nella sala stampa di Palazzo Chigi minacciando, se non si dovessero placare le tensioni da settimane in essere tra Lega e Movimento 5 Stelle, le dimissioni dalla guida del “governo del cambiamento”.
Finita la conferenza stampa, già nell’immediata successiva riunione sul decreto sblocca cantieri il premier ha però subito capito che le sue parole sono state vane, tanto da interrompere dopo meno di due ore il vertice esclamando furioso “così andiamo tutti a casa”.
La lite questa volta si è consumata sul codice degli appalti, che la Lega vorrebbe sospendere per due anni tramite un emendamento ad hoc da inserire nello sblocca cantieri, decreto già approvato dal CdM ma che adesso deve essere convertito in legge dal Parlamento entro il 17 giugno sennò andrà a decadere.
Una proposta già bocciata in passato dal governo e che ora il Carroccio ha voluto presentare di nuovo, con il viceministro Massimo Garavaglia che si è impuntato sull’emendamento non fornendo però motivazione tecniche su questa presa di posizione della Lega.
Troppo tutto questo per il premier ma anche dalla parte del Movimento 5 Stelle non sono mancati i malumori. “La Lega cerca un pretesto per far cadere il governo” ha affermato il ministro pentastellato Danilo Toninelli, da tempo sotto attacco personale da parte di Matteo Salvini.
Se Giuseppe Conte cercava un cambio di atteggiamento dopo le sue parole, queste aspettative sono state subito disattese. Il sentore è che adesso rimane soltanto da capire chi sarà a staccare la spina al governo e quale sarà la Pistola di Sarajevo che manderà in frantumi la maggioranza gialloverde.
© RIPRODUZIONE RISERVATA