Fedez, ti spiego perché i tuoi attacchi fanno più danno di quanto pensi

Flavia Provenzani

04/03/2020

Spiego bene a Fedez perché non può associare «Money.it» alla critica che fa alle testate online nelle sue ultime Storie su Instagram.

Fedez, ti spiego perché i tuoi attacchi fanno più danno di quanto pensi

Caro Fedez, spero mi perdonerai se non sono riuscita a evitare di riprendere le tue Stories su Instagram “per farci articoli inutili atti ad intasare ancor di più le nostre home con s***** superflue”. Non riesco ad evitarlo, ti dicevo, perché il messaggio che ti voglio passare non è superfluo, non vuole essere sterile, ma costruttivo e atto a chiarire.

Sei un opinion leader, anche tu fai informazione, pur con un approccio trasversale e senza un intento dichiarato, ed è opportuno che l’informazione da te veicolata sia corretta e che non getti fango contro chi lavora duramente e con passione ogni giorno.

Spiego brevemente il contesto, che magari qualcun altro, a parte te, potrebbe imbattersi in questa lettera.

Nella serata del 3 marzo sul profilo Instagram di Fedez è stata pubblicata una serie di Storie che prendono spunto da un articolo di Money.it dal titolo “Coronavirus: anche i giovani sono a rischio, ecco perché”.

L’accusa del cantante è la seguente:

“La schizzofrenia (corretto in “schizofrenia” in una storia successiva, ma non sto qui a puntare il dito perché un errore può sempre capitare e vivo molto bene stando lontana dalle vesti dei grammar-nazi) dell’informazione italiana è formidabile. La capacità di contraddirsi un giorno con l’altro, la poca serietà, la voglia di far prevalere il c**** di sensazionalismo dei titolo a scapito dei contenuti. Non si capisce più nulla!”.

Vedi, associ questa accusa rivolta all’industria dell’editoria online al logo di Money.it e questa cosa non mi sta bene.

L’approfondimento che hai screenshottato nelle tue storie riporta l’opinione di esperti citati con nome e cognome, è serio, vuole fare chiarezza, evitare il sensazionalismo e sopra ogni cosa FARE INFORMAZIONE CORRETTA.
Non è vero che i casi più gravi di coronavirus sono tutti vecchietti, pazienti oncologici, individui già tragicamente impegnati a lottare tra la vita e la morte per altri motivi. Succede che anche uomini sportivi, apparentemente in ottima salute, a causa del coronavirus si ritrovino in una situazione assai spiacevole. Non è giusto che il pubblico sappia? Ci stiamo inventando tutto?

Il nemico più grande che combattiamo è l’ignoranza, così pericolosa: nessuno deve ignorare che il coronavirus può avere degli effetti importanti anche sugli under 40, come nessuno dovrebbe impiegare il proprio tempo sentenziando e gettando fango su una testata come quella che dirigo, associando Money.it a parole come “poca serietà”.

Giornaloni con decenni di storia e milioni di euro in finanziamenti statali hanno fatto disinformazione, insieme a siti d’informazione poco raccomandabili (diciamo così) a tema coronavirus. Money.it si è invece impegnato, nel suo piccolo, a contrastare il fenomeno delle fake news con l’obiettivo dichiarato di fornire al lettore un contenuto chiaro e fruibile, accogliendo da anni, ben prima che lo scrivessi, il tuo invito: “Aiutateci a capire meglio cosa sta accadendo, abbiamo bisogno di voi”.

Spero che sia quindi chiaro che, tra le testate online che critichi tu - critica che, tra l’altro, condivido - non è da annoverare Money.it.

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