Litio: il petrolio del futuro al centro del caos in Bolivia

Alessandro Cipolla

13 Novembre 2019 - 16:07

In Bolivia si concentrano la maggior parte delle riserve mondiali di litio: Evo Morales di recente aveva firmato un accordo di cooperazione con la Cina, ma adesso con la destra al potere “l’oro bianco” potrebbe finire in mani occidentali.

Litio: il petrolio del futuro al centro del caos in Bolivia

Nel gran caos che si è venuto a creare in Bolivia c’è una sola certezza: chiunque in futuro sarà al potere nel paese sudamericano, dovrà decidere come gestire al meglio la più grande riserva di litio esistente al mondo.

Per capire al meglio l’importanza di questo metallo alcalino, basti pensare che i nostri cellulari o tablet funzionano grazie alle batterie agli ioni di litio. Ma non solo. Anche le auto elettriche sfruttano lo stesso sistema.

Quando nei prossimi anni le auto elettriche andranno a sostituire, anche parzialmente, quelle a benzina, il litio di conseguenza andrà ad avere la stessa importanza strategica che al momento ha il petrolio, senza contare poi il suo fondamentale utilizzo per i vari dispositivi mobili.

Non è un caso che Evo Morales pochi mesi fa dichiarava come la Bolivia fosse pronta a diventare l’Arabia Saudita del litio, ma adesso l’ormai ex presidente si trova in Messico dove si è rifugiato a seguito dell’appoggio dell’esercito all’opposizione di destra.

Tutta colpa delle ultime elezioni dove ci sarebbero stati dei brogli elettorali, con la senatrice Jeanine Áñez che si è autoproclamata nuova presidente della Bolivia con la benedizione dell’esercito e il plauso di Donald Trump.

La Bolivia e il cambiamento geopolitico

Quello che a Washington finora non è riuscito in Venezuela si starebbe invece realizzando in Bolivia. Colpa anche di Evo Morales che, con una serie di decisioni più che discutibili, ha in pratica vanificato tutto quello fatto di buono nei quasi quattordici anni in cui è stato presidente.

Morales infatti non ha rispettato la volontà popolare che aveva bocciato il referendum per permettere di presentarsi per un terzo mandato presidenziale. Non pago, ci sarebbero stati dei brogli alle ultime elezioni che con ogni probabilità avrebbe vinto ugualmente al ballottaggio.

Questo perché il primo presidente indio della Bolivia è stato capace di risollevare le politiche sociali ed economiche di quello che prima era il paese più povero del Sud America, mentre ora cresce del 4% all’anno con tanto di crollo del tasso di povertà e dell’analfabetismo.

Le voci di possibili brogli elettorali sono stati l’assist perfetto per l’esercito permettendogli di voltare le spalle al mai troppo amato MAS (Movimento per il Socialismo), appoggiando la destra bianca ed elitaria che così è tornata al potere con la autoproclamazione della Áñez e la fuga di Morales in Messico.

Il cambio di governance andrà a spostare anche quella che è la posizione geopolitica della Bolivia: niente più asse con Russia e Cina oltre che con gli altri paesi socialisti come Venezuela e Cuba, ma ritorno tra le braccia dell’Occidente e in primis degli Stati Uniti con Donald Trump che si è complimentato per quello che è a tutti gli effetti un golpe.

La questione litio

Nonostante il periodo altalenante del mercato degli smartphone e la diffusione a rilento dell auto elettriche, tutti gli analisti economici con Bloomberg in testa sono d’accordo nel definire il litio come uno dei protagonisti della prossima decade.

Allungando ancora di più lo sguardo, si potrebbe dire che questo metallo alcalino sarà il petrolio del futuro. In tutto il mondo le riserve di litio abbondano, ma si trovano in larga parte in Bolivia e in Cile.

Proprio in Bolivia è presente il maggior giacimento del pianeta ovvero quello di Salar de Ujuni, una distesa di 10.000 chilometri quadrati dove si stimano ci siano 9 milioni di tonnellate del prezioso metallo. In totale nel Paese sono 21 milioni le tonnellate presenti.

Ogni anno al mondo si consumano quasi 50.000 tonnellate di litio per produrre principalmente le batterie, con il prezzo “dell’oro bianco” che nell’ultimo lustro è aumentato in maniera sensibile.

L’idea di Evo Morales era di quello di fare come con il gas, ovvero nazionalizzare tutto per cercare di trarre il massimo profitto per la nazione. Estrarre e lavorare il litio però non è molto facile, sia per i costi che per le competenze necessarie.

Nel 2018 l’ex presidente ha deciso così di firmare un accordo con i tedeschi di ACISA, che forniscono le batterie a Tesla, intesa però stoppata dal governo boliviano a causa delle proteste della popolazione indigena viste le problematiche ambientali e i pochi vantaggi economici per loro.

Il vecchio governo ha così ha siglato poi un altro accordo questa volta con la Cina da 2,3 miliardi di dollari, con Pechino che così è diventato il partner strategico della Bolivia per l’estrazione del litio.

Perché la Cina? C’è un mercato garantito in Cina per la produzione delle batterie” aveva detto entusiasta Evo Morales dopo l’accordo, il cui sogno era quello di poter controllare l’intera filiera per realizzare così delle batterie 100% made in Bolivia.

Adesso che Morales si trova in esilio in Messico e in Bolivia sembrerebbe essere tornata al potere la destra filo-occidentale, resta da capire cosa ne sarà degli accordi per lo sfruttamento di un metallo come il Litio che sarà fondamentale per l’economia futura dell’interno globo.

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