MES, i 5 Stelle non ci stanno: il governo può traballare?

Alessandro Cipolla

10/04/2020

L’accordo dell’Eurogruppo prevede anche la possibilità di un ricorso al MES che, pur se con condizionalità light, è da sempre osteggiato dal Movimento 5 Stelle che non voterà in Parlamento una eventuale adesione.

MES, i 5 Stelle non ci stanno: il governo può traballare?

Esultano il PD e Renzi mentre il centrodestra attacca a testa bassa, tanto che Matteo Salvini ha annunciato una mozione di sfiducia al ministro Roberto Gualtieri. Questi sono i due fronti che subito si sono creati dopo la notizia dell’accordo raggiunto dall’Eurogruppo.

In mezzo c’è il Movimento 5 Stelle, azionista di maggioranza del governo giallorosso che da sempre si è detto contrario a un ricorso al MES che invece è stato inserito tra le quattro bocche di fuoco che l’Europa è pronta ad azionare per fronteggiare la crisi dettata dal coronavirus.

Bisogna subito specificare che l’Italia non ha scelto di fare ricorso al MES visto che ogni Paese può decidere se usufruire del fondo, con il meccanismo che per la straordinarietà del momento non avrà condizionalità finché durerà l’emergenza mentre poi torneranno alcuni vincoli.

Non è stato firmato o attivato alcun MES e non lo faremo , basta bufale - ha affermato Vito Crimi con una nota su Facebook - Questa sera l’Eurogruppo ha concordato un pacchetto di proposte da sottoporre al prossimo Consiglio Europeo, al quale partecipano i leader degli Stati membri. In questo pacchetto di proposte mancano gli Eurobond ma è prevista l’apertura di una linea di credito del MES”.

La posizione dei pentastellati appare essere molto chiara: “Non importa quanto siano ridotte le condizionalità, Il Movimento 5 Stelle continua a sostenere la linea di sempre, che è anche la linea del governo più volte rivendicata dal Presidente Conte: sì Eurobond, no MES”.

I 5 Stelle contro il MES

Se per il governo la situazione non è da tempo delle più semplici per via del coronavirus, adesso dopo l’accordo trovato dall’Eurogruppo potrebbero aumentare i motivi di tensione all’interno della maggioranza.

Nella chiosa finale del suo messaggio social, il reggente Vito Crimi ha sottolineato come “in ogni caso, poiché il MES è una linea di credito a cui ogni paese può liberamente decidere se accedere, ribadiamo che il Movimento 5 Stelle non sarà disponibile in nessun caso a votare l’attivazione del MES per il nostro Paese”.

In contemporanea sono arrivate però altre prese di posizione da parte degli esponenti pentastellati, come quella del senatore Roberto Giarrusso che ha minacciato di togliere il proprio voto “se il governo ha detto sì al MES”.

Tutto adesso è nelle mani di Giuseppe Conte, visto che sarà il Consiglio Europeo della prossima settimana a dover ratificare in maniera ufficiale l’accordo che è stato definito dopo ben due riunioni fiume dell’Eurogruppo.

In totale l’intesa prevede che l’Europa metta a disposizione dei suoi Stati membri in totale 1.000 miliardi per fronteggiare l’emergenza coronavirus: 500 miliardi dal Recovery Fund che però deve essere ancora definito, 200 miliardi dal BEI (prestiti alle imprese), 100 miliardi dal SURE (sostegno alla cassa integrazione) e il resto dal MES dove l’Italia potrebbe incassare fino a 35 miliardi.

Resta da capire in questo scenario cosa sceglierà di fare il governo. I soldi messi a disposizione dal MES sarebbero una manna per la ripartenza, ma in Parlamento Conte potrebbe non avere i voti necessari a far passare l’adesione anche in mancanza di forti condizionalità.

Aprire una crisi di governo in questa fase di piena emergenza coronavirus per l’Italia sarebbe però una forte imprudenza, anche perché andrebbe a spalancare le porte a quell’esecutivo di unità nazionale guidato da Mario Draghi da sempre osteggiato dal Movimento 5 Stelle.

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