Il 2017 segna la ripresa produttiva e delle esportazioni per il settore agroalimentare italiano che fa segnare aumenti record proprio mentre il 2018 appena iniziato è stato proclamato l’Anno nazionale del cibo italiano
Cifre da record per l’export dell’agroalimentare italiano. Nel 2017 il food made in Italy ha fatto registrare numeri rilevanti che segnano la ripresa del settore soprattutto sul fronte delle esportazioni.
Un giro d’affari di circa 137 miliardi di euro – questo il fatturato registrato dalle industrie del comparto escluse quelle del primario – che promette un’accelerazione anche nel 2018 sia sul fronte interno che esterno.
Secondo Federalimentari, che nei giorni scorsi ha diffuso i dati consuntivi del 2017, il trend positivo, avviato dopo quattro anni di stasi, continuerà anche nell’anno appena iniziato.
I numeri dell’agroalimentare italiano
Ma quanto vale export agroalimentare italiano? Nel 2017, secondo le stime di Federalimentare, il valore delle esportazioni del comparto si è attestato intorno ai 32,1 miliardi di euro segnando un +7% rispetto all’anno precedente.
Un dato di per sé già positivo che diventa ancor più rilevante se si sommano anche gli 8 miliardi e mezzo di euro relativi alle industrie del settore primario. Nel complesso, dunque, l’export agroalimentare vale circa 40,6 miliardi.
Incremento vistoso anche sul fronte del fatturato che nel 2017 ha fatto registrare il +3,8% attestandosi sui 137 miliardi.
Anche in questo caso la cifra lievita considerevolmente se vi si aggiunge il fatturato del primario, portandola a circa 190 miliardi di euro.
La forza del made in Italy nel mondo
Il buon andamento del settore agroalimentare italiano nel 2017, dopo quasi circa quattro anni di stop, segna dunque il punto di svolta anche se, secondo Federalimentare
“la produzione industriale nel suo complesso rimane ancora 20 punti base sotto il livello precrisi”.
La strada verso la ripresa è ormai imboccata e secondo Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare, all’ottima performance messa a segno nel 2017, nel prossimo futuro
“si andrà ad aggiungere una timida ma già ben visibile ripresa dei consumi interni”.
Su quest’ultimo fronte si stima un aumento tra l’1% e il 2%.
Di questo passo, l’agroalimentare italiano potrà facilmente raggiungere la soglia dei 50 miliardi entro il 2020 come annunciato durante l’Expo 2015. Un obiettivo che
“si fa sempre più vicino, grazie soprattutto alla capacità delle nostre piccole e medie imprese di guardare fuori dai confini. Per tutelare e promuovere le loro produzioni dobbiamo continuare a lavorare per regole giuste in mercati aperti, dove l’origine, la distintività e la qualità siano fattori riconoscibili e aumentino la competitività”
ha commentato il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina.
L’anno del cibo italiano
Lo scenario delineato dai dati diffusi da Federalimentare sembra essere la cornice ideale in cui inserire le iniziative programmate nell’ambito dell’Anno nazionale del cibo italiano, proclamato congiuntamente dai ministeri delle Politiche Agricole e dei Beni Culturali e Turismo.
Nel corso del 2018, infatti, numerosi saranno gli eventi messi in campo per la valorizzazione del food italiano.
“Allo stesso tempo saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari”
hanno annunciato Martina e Franceschini.
Una promozione turistica del Belpaese che nell’arco dei 12 mesi passerà attraverso il legame tra cibo, arte e paesaggio e che
“permetterà di evidenziare come il patrimonio enogastronomico faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana”.
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