Secondo l’ultimo rapporto sullo stato di avanzamento dei raccolti del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti solo il 59% del mais è classificato come in buone o eccellenti condizioni, rispetto al 78% dello scorso anno
Le commodity agricole sono state protagoniste del grande rally di giugno, sfidando la pressione al ribasso che le materie prime hanno dovuto affrontare in modo più ampio dopo l’escalation delle guerre commerciali tra Stati Uniti e Cina a maggio.
«Questa situazione è stata fondamentalmente determinata dalle preoccupazioni relative all’offerta, in quanto il clima umido ha colpito le piantagioni di raccolti negli Stati Uniti», ha spiegato in un report Nitesh Shah (nella foto), Direttore della ricerca per WisdomTree.
Fattori fondamentali dietro il rally del mais
Il rally del mais, iniziato nella seconda metà di aprile, ha accelerato notevolmente il mese scorso, mentre i problemi delle piantagioni continuavano a tormentare gli agricoltori statunitensi. I prezzi hanno raggiunto i massimi da 5 anni a 4,5 dollari a bushel (unità di misura equivalente a circa 25 kg di mais), con un prolungato clima umido nelle regioni in crescita del Midwest degli Stati Uniti, che ha ulteriormente abbassato la previsione sulla resa del raccolto.
Nitesh fa notare che secondo il rapporto sullo stato di avanzamento dei raccolti del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, pubblicato il 17 giugno, solo il 59% del mais è classificato come in buone o eccellenti condizioni, rispetto al 78% dello scorso anno.
«Se il clima non migliorerà in modo significativo, è probabile che la resa del raccolto prevista diminuirà ad ogni settimana che passa. Allo stesso tempo, i prezzi potrebbero aumentare ulteriormente nelle prossime settimane per equilibrare la domanda, dato che le stime dell’offerta per la stagione del raccolto sono state ulteriormente riviste al ribasso», ha detto l’esperto di WisdomTree. Nonostante il recente rally, infatti, i prezzi del mais sono ancora ben al di sotto dei livelli dell’estate 2012, quando la siccità fecè salire i prezzi a 8,2 dollari a bushel.
Anche soia e grano nel mirino dei rialzisti?
Il clima umido ha arrestato anche le piantagioni di soia, ma i guadagni sono stati in qualche modo limitati, poiché i semi di soia possono essere piantati più tardi del mais e gli agricoltori hanno quindi una piccola finestra per decidere se vogliono fare il passaggio dal mais.
«Faccio notare che anche questa finestra temporale si sta chiudendo rapidamente sui prezzi della soia, che potrebbe vedere un ulteriore sostegno nelle prossime settimane. I prezzi sono ancora ben al di sotto dei massimi da 5 anni e 10 anni», ha commentato Nitesh che poi a fine report allarga l’orizzonte anche al mercato del grano:
«i prezzi del grano, sebbene generalmente stabili per gli altri grandi produttori di tutto il mondo, sono aumentati bruscamente negli Stati Uniti lo scorso mese, anche a causa delle crescenti preoccupazioni sulla qualità dei raccolti causate dai ritardi nelle piantagioni».
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