L’aggiornamento accomodante della Banca centrale Usa di ieri ha favorito il rialzo delle materie prime energetiche e minerarie, rafforzando il benchmark azionario britannico. David Madden, Market Analyst presso CMC Markets UK, dice la sua
Come atteso dagli analisti la Fed non ha toccato la leva dei tassi di interesse, che rimangono fermi nel range compreso tra il 2,25% e il 2,50%.
Il Governatore della Banca centrale Usa ha rivisto inoltre le stime di crescita dell’economia statunitense portandole dal precedente tasso di upside del 2,3% all’attuale 2,1%. La Fed ha inoltre riferito che conta di completare la riduzione della mole del suo bilancio entro settembre di quest’anno.
I segnali inviati dalla Federal Reserve confermano un orientamento generalizzato ad ammorbidire la linea, stesso scenario visto anche da parte della BCE, a seguito del rallentamento che sta coinvolgendo l’economia globale.
«La Banca centrale statunitense prevede ora una crescita dell’economia del 2,1% nel 2019, rispetto a una previsione di crescita del 2,3% emessa a dicembre. La revisione al ribasso riprende le previsioni di crescita ridotte della Banca centrale europea emesse all’inizio di questo mese», ha detto David Madden, Market Analyst presso CMC Markets UK.
Sterlina in rosso, FTSE 100 in rialzo grazie a materie prime
Il cross GBP/USD si attesta a 1,3118, in calo dello 0,41%, dopo che il primo ministro britannico, Theresa May, ha chiesto a Bruxelles un rinvio dell’uscita del Regno Unito dall’UE al 30 giugno. La valuta di sua Maestà non è riuscita neanche a trovare giovamento dalle vendite al dettaglio relative al mese di febbraio, le quali hanno superato il consensus pari a -0,4%.
«Il FTSE 100 è aumentato stamattina poiché i settori energetico e minerario hanno rafforzato il benchmark azionario britannico. Le materie sottostanti come il petrolio, il rame, il palladio e il platino sono tutte più alte oggi e hanno sollevato le scorte legate alle materie prime», ha concluso l’esperto di CMC Market UK.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti