Barclays teme un crollo nel 2016 delle materie prime: prezzi oltre il loro valore reale, presto gli investitori liquideranno le loro posizioni.
Barclays, banca di investimento inglese,crede in un possibile crollo del prezzo delle materie prime nel 2016, dopo il rally delle quotazioni che non trova ragioni reali in un incremento della domanda.
I pericoli di un crollo nel prezzo del petrolio e delle altre materie prime è da individuarsi nella volontà degli investitori di liquidare i propri guadagni di breve periodo, chiudendo le proprie posizioni di acquisto.
Materie prime a rischio crollo dopo l’ultimo rally
Secondo Barclays l’aumento dei prezzi delle materie prime trova ragioni solo di carattere speculativo, non essendoci incrementi nella domanda o fondamenti di economia reale che ne giustifichino il forte rialzo.
Inoltre un’eventuale uscita a cascata da parte degli investitori dalle loro posizioni di acquisto causerebbe un effetto domino sui prezzi.
Gli analisti della banca di investimento inglese affermano che il rame potrebbe scendere a quota $4,000, dopo i $4,945 della scorsa settimana, e il petrolio scendere verso i $30 a barile.
Il rischio, secondo l’analista Kevin Norrish, è negli investitori e nella loro volontà di liquidare in fretta le loro posizioni profittevoli, portando l’intero mercato ad assumere gli stessi comportamenti e quindi ad un crollo nel livello dei prezzi.
Afferma infatti:
“Gli investitori sono stati attratti dalle materie prime, viste le prestazioni avute finora nel 2016. In ogni caso, data l’assenza di un qualsiasi fondamento reale, l’aumento dei prezzi avvenuto finora difficilmente potrà ripetersi nel secondo quadrimestre di quest’anno, facendo così delle materie prime un mercato vulnerabile ad una possible ondata di vendite e di crollo dei prezzi.”
Le materie prime hanno invertito il loro andamento al ribasso di fine 2015 negli ultimi mesi, performando ben oltre il mercato azionario, come osservabile nel seguente grafico che mette a confronto l’indice di Bloomberg per le materie prime con un indice di riferimento per l’azionario mondiale:
Come durante la formazione di una bolla speculativa, una crescita sostenuta nel livello dei prezzi, non supportata dall’economia reale, potrebbe incontrare difficoltà con il tempo, rivelandosi incapace di sostenere il trend rialzista.
In aggiunta, il pericolo di una corsa ai profitti, che vedrebbe un rapido susseguirsi di uscite dal mercato da parte degli investitori, darebbe il via ad un crollo dei prezzi, diretti verso il loro valore reale.
Le materie prime, secondo Barclays, sono diventate investimenti a breve termine, perdendo negli ultimi mesi il ruolo di beni rifugio attraverso i quali proteggersi dall’inflazione e dal trascorrere del tempo.
La necessità di trovare investimenti sicuri di breve termine, in uno scenario che vedeva i mercati azionari caratterizzati da altà volatilità, ha probabilmente spostato le attenzioni degli investitori verso i mercati delle commodities, cambiando la loro natura in beni speculativi.
Le posizioni nette di acquisto per il rame nel mese di marzo sono salite a 27,862 contratti, il massimo dallo scorso maggio, mentre per il petrolio si è raggiunto il nuovo massimo dallo scorso giugno, con le posizione nette di acquisto pari a 235,830 contratti.
Barclays prevede un calo progressivo di entrambe le materie prime nel corso di quest’anno, con il rame, quotato a 4,945 la scorsa settimana, dato a 4,180 entro la fine di quest’anno e il petrolio, che viaggia intorno a quota $40 a barile, proiettato verso un ritorno ai $30 a barile.
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