Ultime novità ministeriali per i maturandi: si prospetta all’orizzonte una data ultima per le decisioni dirimenti sull’organizzazione delle prove.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi torna a parlare dell’esame di Maturità 2022: si cerca una data per ultimare le valutazioni dei tecnici ma la riflessione in materia di Esame di Stato genera non poche discussioni.
I ragazzi al momento sono confusi poiché più volte si sono rincorse notizie e smentite, ripensamenti e serie di ipotesi più o meno convincenti.
Gli esiti del dibattito che si protrae ormai da mesi però dovrebbero arrivare entro metà gennaio 2022. Non è ancora detta l’ultima parola, ma non resta che incrociare le dita per evitare la consueta corsa contro il tempo a cui da due anni a questa parte il mondo della scuola è tristemente abituato.
Prima di mettere la parola fine sulle disposizioni ufficiali infatti si continua a passare al vaglio la rosa di possibilità per la definizione stessa della prova d’esame finale. Parliamo quindi delle sue modalità di somministrazione e a cosa siamo giunti fino a questo momento.
Le date delle prove e degli invalsi
Ricostruiamo il calendario delle varie prove da sostenere nel 2022 a partire dalle prove Invalsi della quinta superiore che si svolgeranno tra il 1 e il 4 e tra il 7 e il 10 marzo per le classi campione e tra il 1 e il 31 marzo per la restante parte degli studenti.
A giugno invece oltre 500mila candidati si avvieranno il loro percorso scolastico attraverso le prove di maturità.
A questo punto lo scenario si biforca:
- Se alla maturità 2022 ci fosse solo un maxi orale con tesina non si inizierebbe il 16 giugno;
- -* Se si tornasse a un’impostazione tradizionale, la prima prova sarebbe il 22 giugno, la seconda il 23 e dal lunedì successivo partirebbero i colloqui di maturità.
Indipendentemente dalle prove, ogni giorno le varie commissioni esamineranno circa cinque candidati al giorno e, stando ai calcoli, si finirà come sempre entro le prime due settimane di luglio.
Cosa resterà?
L’unica certezza? Il Curriculum dello studente, introdotto dalla Legge 107 del 2015 e in seguito disciplinato dal Decreto legislativo 62 del 2017. Con questo termine il MIUR fa riferimento a «un documento rappresentativo dell’intero profilo dello studente che riporta al suo interno le informazioni relative al percorso scolastico, le certificazioni conseguite e le attività extra-scolastiche svolte nel corso degli anni».
In questo modo parte della prova da sostenere metterà lo studente e le sue competenze, oltre alle classiche conoscenze, al centro della discussione. L’esperienza in sintesi punta ad essere gratificante per l’allievo o l’allieva che, in un momento di confronto con la propria commissione, ha modo di ripercorrere le tappe salienti dei suoi anni di studio e acquisire così una visione d’insieme particolarmente utile per il futuro didattico-lavorativo.
Schieramenti contrapposti e opzioni da varare
Sul fronte maturità si posizionano due fazioni opposte: quella di chi vuole il ripristino della maturità classica e quella di chi vuole soltanto una prova in continuità con le linee guida degli ultimi due anni.
Le ipotesi al vaglio però sono tre:
- l’esame tradizionale con il tema di italiano, la prova sulle materie d’indirizzo e il colloquio orale;
- l’orale rinforzato con un elaborato d’italiano (unica prova scritta);
- l’orale rinforzato con un elaborato deciso dalla commissione (come la prima maturità in tempi Covid).
La linea più plausibile
Sul tavolo del ministero, come abbiamo visto, ci sono quindi tre proposte.
La seconda ipotesi, quella che prevede lo scritto d’italiano e orale rinforzato, e la terza, con l’esame come abbiamo imparato a conoscerlo in questi ultimi due anni, non sono da escludere. Si trovano quasi a pari merito.
La meno probabile invece è la prima perché il ritorno alla vecchia scuola appare piuttosto impraticabile dopo gli sconvolgimenti degli ultimi tempi.
Anche per il 2022 insomma l’esame tradizionale non si terrà.
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