Mercati oggi: l’Asia frena e scambia in territorio negativo. Diverse le spinte al ribasso: dalle rinnovate tensioni USA-Cina alla crisi debitoria di Evergrande fino alla pressione sui prezzi.
Mercati oggi: le azioni asiatiche sotto pressione sono in perdita, mentre gli investitori stanno valutando l’intensificarsi delle pressioni sui prezzi globali, una riacutizzazione delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e le prospettive degli utili aziendali.
Inoltre, il dragone è ancora alle prese con la crisi debitoria del gigante Evergrande, mentre si avvicina un’altra scadenza per il pagamento di una cedola in dollari. L’inasprimento fiscale anche sulle proprietà immobiliari che Xi Jinping intende accelerare non ha aiutato il sentiment.
In questo contesto, i timori su inflazione crescente e persistenti problemi nelle forniture di materie prime e beni restano alti, mentre si avvicinano i meeting di BCE e Fed.
Mercati: Cina sotto pressione manda l’Asia in rosso
Alle ore 8.17 circa, il Nikkei scambia con un ribasso dello 0,14% e gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai vanno in rosso con perdite rispettivamente di 1,24% e 1,11%. Anche Hong Kong affonda dell’1,57%.
Il clima è teso tra gli investitori asiatici. Le azioni tech cinesi sono scivolate a causa delle preoccupazioni per una rinnovata tensione USA-Cina, dopo che gli Stati Uniti hanno vietato l’attività americana di China Telecom.
Non solo, il segretario di Stato Antony Blinken ha mandato un messaggio ai Paesi ONU: attivarsi per accrescere il ruolo di Taiwan nell’organizzazione. La sfida è tutta contro Pechino.
In questa atmosfera infuocata, la crisi del debito nel settore immobiliare cinese continua a incombere sul mercato: le autorità hanno detto al miliardario Hui Ka Yan di usare la sua ricchezza personale per alleviare i problemi del Evergrande.
L’inflazione preoccupa gli investitori
I trader si aspettano che l’inflazione provochi aumenti dei tassi di interesse, dopo una lettura più forte del previsto in Australia a dare l’ultimo segnale di prezzi che spingono i banchieri centrali ad agire.
Gli investitori contano sugli utili per sostenere i prezzi delle azioni e finora la stagione è stata complessivamente solida. Tuttavia permangono le preoccupazioni che nel tempo l’aumento dei costi delle materie prime e dei salari e lo stress della catena di approvvigionamento possano ridurre i margini. Citigroup ha avvertito che la crescita degli utili potrebbe essere vicina al picco.
Nel frattempo, la crisi energetica continua a ripercuotersi sull’economia globale. Le scorte di carbone nelle centrali elettriche statunitensi sono scese ai minimi da almeno 24 anni e in UE non c’è stato accordo sulla linea strategica da seguire per calmare i prezzi alle stelle del gas.
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