L’anno appena cominciato è iniziato con forti turbolenze dei mercati a causa del riassetto dell’economia globale. Dove sarà possibile investire nel 2016?
I mercati finanziari globali sono in una fase turbolenta e delicata, quindi dove investire nel 2016?
Il mondo intero sta riassestando gli equilibri economici per i quali potrebbe esserci bisogno di molto tempo. In un periodo in cui i Paesi emergenti annaspano, gli Stati Uniti provano a cercare di ritrovare una crescita stabile andando incontro a nuove elezioni presidenziali, le economie asiatiche e mediorientali sono in difficoltà, il petrolio continua a crollare e l’Eurozona traballa, quali possono essere i migliori investimenti per cercare di guadagnare qualcosa anche in tempi incerti?
Nel dettaglio. si vedrà quali sono i settori economici su cui poter investire nel 2016 con l’avvertenza, però, che tutto può succedere: anche l’opposto di quanto si scrive.
Mercati turbolenti: dove investire nel 2016?
Le Borse mondiali stanno attraversando un periodo molto delicato a causa del riassetto delle economie globali. Questo assestamento è dovuto al cambiamento economico mondiale causato dal rallentamento della crescita cinese, dal crollo dei prezzi del petrolio e delle materie prime, dalla minor forza degli Stati Uniti, dalle difficoltà dei Paesi emergenti e dalla fragilità della zona Euro.
In un anno in cui tutto può succedere, persistono comunque delle possibilità di investimento nel 2016? La risposta è Sì, con la dovuta precauzione di sapere che in un anno come questo i giochi possono cambiare molto rapidamente e sconvolgere ogni tipo di previsione.
Ecco dove poter investire nel 2016.
Dove investire nel 2016: mercato azionario
Partendo dai titoli azionari quest’anno sarà molto delicato. Nonostante buona parte degli analisti siano convinti, giustamente, che il mercato europeo sia quello su cui puntare nel 2016 persistono dei dubbi. Infatti, bisogna tenere a mente che nel caso in cui si verificassero situazioni estreme, sarebbero pochi i settori che si salverebbero dall’ondata di crisi che ne verrebbe generata.
Partendo da questo presupposto, ci sono dei settori che tipicamente resistono in periodi di crisi.
Tendenzialmente è vero che il mercato azionario europeo è quello su cui puntare nel 2016: il mercato del Vecchio Continente offre delle opportunità maggiori rispetto a Wall Street o mercati emergenti e asiatici.
La politica monetaria di stimolo della BCE mette sotto particolare attenzione i titoli di quelle aziende che esportano al di fuori dell’Eurozona che dovrebbero trovare slancio nelle vendite grazie all’indebolimento dell’Euro.
Il petrolio così basso suggerisce un tentativo sul comparto automotive che tendenzialmente trova giovamento da un ribasso dei prezzi del greggio e di riflesso sulla benzina. Attualmente è sconsigliabile puntare sui titoli di società petrolifere perché un ulteriore declino dei prezzi dell’oro nero è tutt’altro che fantaeconomia.
Tuttavia, se in futuro le quotazioni del petrolio dovessero scendere a livelli veramente molto bassi, si potrebbe tentare un investimento in sul settore Oil ma sarebbe comunque molto più rischioso rispetto ad altri settori.
Allo stato attuale forse sarebbe meglio puntare su società che raffinano il petrolio poiché un livello così basso dei prezzi aumenta i margini di guadagno di questi tipi di aziende.
I veri settori su cui puntare in periodi di crisi economica o di turbolenza dei mercati sono tendenzialmente 2: l’alimentare e il farmaceutico. Dal grafico sottostante è possibile vedere come, durante i periodi di crisi (in questo caso si vede l’ultimo corrispondente al periodo 2008-2011), il settore alimentare (in blu) abbia tenuto meglio di tutti gli altri comparti (Eurostoxx 50 in rosso, utilities in viola e retail in giallo).
Per chi quindi volesse correre meno rischi, è preferibile investire in titoli dell’alimentare piuttosto che in altri tipi di settori (magari cercando rimbalzi di comparto).
Il settore farmaceutico anche è molto attraente durante periodi incerti (come possibile vedere dal grafico sottostante). Quest’anno si è assistito a parecchi consolidamenti nel settore che ne potrebbero migliorare l’efficienza e i margini di guadagno, riducendo i costi.
Negli USA il governo Obama sta per varare un investimento da $5 miliardi per la ricerca medica nell’oncologia, altro motivo per cui le società farmaceutiche e biotecnologiche (in quest’ultimo caso con molta attenzione perché sono aziende i cui titoli sono parecchio difficili da gestire) hanno un certo appeal sia in Europa che al di fuori di essa.
Dove investire nel 2016: mercato obbligazionario
Il mercato dei bond è sempre stato terra di rifugio in periodi di crisi economiche anche se questa volta potrebbero non esserlo. La crisi economica che potrebbe generarsi a livello globale non nascerebbe solo da bolle speculative, come accaduto con l’immobiliare USA di qualche anno fa, ma piuttosto da strutture economiche non adeguate.
E’ sconsigliabile investire in bond sovrani europei visto che ormai i rendimenti sono piuttosto bassi così come quelli del Giappone. I Treasuries statunitensi suscitano un certo appeal che potrebbe però svanire se la Federal Reserve decidesse di non rialzare i tassi come programmato a causa delle difficoltà economiche nazionali.
E’ piuttosto preferibile investire in bond sovrani di quelle economie che soffrono meno la crisi e sono meno soggette da influenze altrui e che crescono ad un buon ritmo in modo sano come ad esempio la Polonia o l’Ungheria.
Da monitorare la situazione in Argentina: il presidente Macri sta contrattando con i vecchi creditori la ristrutturazione del debito nel periodo di crisi argentina. Se le trattative andassero a buon fine sarebbe un’opportunità per investire sui bond sovrani del Paese.
Dove investire nel 2016: mercato delle materie prime
Il mercato delle materie prime è molto complicato proprio per via della difficile situazione economica globale. Come detto in precedenza, è attualmente sconsigliabile puntare su un rimbalzo del petrolio in tempi brevi visto che l’Opec non ha nessuna intenzione per il momento di tagliare la produzione di greggio ed il contemporaneo ritorno sul mercato dell’Iran.
Tuttavia, nei prossimi mesi non è escluso che l’eccessivo calo del prezzo induca l’Opec a rivedere le proprie strategie di produzione, aiutando quindi una ripresa delle quotazioni del greggio, né che gli Stati Uniti abbandonino i progetti sul rialzo dei tassi (che potrebbe favorire i prezzi delle materie prime vista la potenziale minore forza del Dollaro USA).
Il petrolio non è un bene su cui investire al momento ma quanto meno da tenere sotto osservazione. Un rifugio più sicuro è rappresentato dall’Oro che storicamente è sempre stato un riparo in periodi di burrasca.
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