Mercato auto: in USA segni di rallentamento. E pesano gli stock di veicoli invenduti

Andrea Tartaglia

29/04/2019

Dagli Stati Uniti arrivano segnali di rallentamento del mercato auto, con un -3,2% nel primo trimestre 2019. E sui dealer pesano oltre 4 milioni di veicoli invenduti.

Mercato auto: in USA segni di rallentamento. E pesano gli stock di veicoli invenduti

Il mercato auto è attraversato da continue fibrillazioni, che ne determinano l’andamento talvolta altalenante. Una prerogativa che non risparmia paesi come gli Stati Uniti dove - nonostante i brillanti risultati in termini di crescita di economia e PIL - l’Automotive è alla prese con numeri non esaltanti e con una flessione delle vendite nel primo trimestre, del 2019 pari al 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2018.

Che il mercato auto americano fosse destinato ad un 2019 non troppo brillante era stato messo in chiaro già a gennaio dalla NADA - l’associazione dei concessionari statunitensi - secondo cui quest’anno le immatricolazioni subiranno un calo di oltre il 2%. E in effetti il trend sembra confermato.

In particolare, le vendite di auto negli Stati Uniti dovrebbero scendere dai 17,2 milioni di unità del 2018 a 16,8 milioni, come conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse e di quello dei prezzi di listino. Ma c’è un altro dato che preoccupa la filiera Automotive a “stelle e strisce”: quello relativo ai 4,2 milioni di veicoli invenduti tra auto e pick-up, stipati un po’ ovunque: piazzali dei dealer, fabbriche chiuse e perfino aree affittate “ad hoc”.

Per i concessionari americani aumentano i costi di stoccaggio e scendono i profitti

Secondo il Data Center della rivista online Automotive News, al 1° aprile c’erano esattamente 4.188.200 veicoli invenduti a gravare sulle spalle della filiera auto americana, quasi mezzo milione in più di quelli in stock nella primavera del 2007, quando stava per scoppiare la pesante recessione che ha travolto l’economia USA.

Certo, rispetto al 2007 il quadro è diverso: la fiducia dei consumatori rimane elevata, costruttori e concessionari generano profitti e gli accordi sindacali prevedono regole più flessibili. Però, il costo di stoccaggio degli oltre 4 milioni di veicoli in giacenza potrebbe diventare un problema se il trend delle vendite dovesse continuare a calare, combinato con l’aumento dei tassi di interesse e dei prezzi di vendita.

Automotive News ha interpellato Asbury - il settimo più grande gruppo di concessionari degli Stati Uniti - che ha confermato come la rotazione del parco veicoli nuovi sia salita in un anno da 67 a 87 giorni. E che, degli oltre 4 milioni di dollari in più registrati nelle spese di gestione, due terzi siano da imputare allo stoccaggio dei veicoli invenduti e un terzo agli interessi pagati sui veicoli fermi.

Più della metà dello stock costituito da FCA, Ford e General Motors

Degli oltre 4 milioni veicoli invenduti fermi nei piazzali dei concessionari americani al 1° aprile, oltre la metà è costituita da autoveicoli dei cosiddetti Detroit 3: FCA US, Ford e General Motors, tutti alle prese con giacenze superiori a quelle ideali. Nello specifico.

Empiricamente, la formula per stabilire lo stock ottimale che ogni dealer dovrebbe avere a disposizione è dato dal doppio delle vendite del mese migliore o dal triplo di quelle del mese peggiore. Il rispetto di questa regola permette di avere auto in pronta consegna capaci di attirare i potenziali clienti senza che i costi di gestione e della logistica risultino eccessivamente penalizzanti.

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