Mercato auto, l’Italia ha imboccato la direzione sbagliata

Andrea Tartaglia

26/02/2019

Mancanza di una strategia, Ecobonus e Ecotassa poco efficaci e mancanza di interlocutori istituzionali. Sono i problemi della mobilità emersi alla tavola rotonda Il futuro dell’auto tra bonus e malus

Mercato auto, l’Italia ha imboccato la direzione sbagliata

Zero strategie per la mobilità, poche iniziative - come l’ecotassa e l’ecobonus - che non produrranno effetti significativi sull’ambiente e la mancanza di interlocutori competenti tra le file delle istituzioni in grado di confrontarsi fattivamente con il mondo dell’Automotive. Che dalla sua, occorre dirlo, ha peccato in comunicazione.

E’ il quadro tutt’altro che incoraggiante uscito tavola rotonda “Il futuro dell’auto tra bonus e malus”, organizzata a margine della presentazione del Parco Valentino - Salone Auto Torino edizione 2019. Una dibattito al quale hanno preso parte Andrea Levy (presidente e promotore del salone), Angelo Sticchi Damiani (presidente dell’ACI), Michele Crisci (presidente UNRAE), Adolfo De Stefani Cosentino (presidente FEDERAUTO), Paolo Scudieri (presidente ANFIA) e Ercole Messina (presidente AIRVO).

Alla discussione ha preso parte anche la platea, composta di giornalisti del settore auto, rappresentanti delle Case auto e addetti ai lavori. Nessuna presenza - purtroppo - da parte delle istituzioni, soprattutto di quelle che hanno competenza sulle strategie legate alla mobilità, all’industria e all’ambiente.

Un mercato in flessione anche per la mancanza di chiarezza

I dati delle immatricolazioni di auto nuove fotografano un mercato auto italiano in flessione. Il 2018 si è chiuso con un saldo negativo rispetto al 2017 del -3,1%. Gennaio non è partito meglio, anzi, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente ha registrato un sonoro -7,4%.

Il motivo è da ricercare principalmente nel clima di grande incertezza verso quelle che saranno le strategie di medio e breve periodo in tema di mobilità e ambiente. Ad esempio i blocchi della circolazione - messi in atto o solo ipotizzati - nei confronti dei motori diesel, anche dei moderni Euro 6 che hanno livelli di emissioni di inquinanti e di CO2 estremamente bassi.

Di conseguenza, chi oggi deve acquistare un’auto nuova è preso dal fatidico dilemma: cosa compro? Se compro un diesel e non mi permettono di circolare, la mia auto si svaluterà drammaticamente. Ma se percorro molta strada il motore benzina è antieconomico, e l’ibrido potrebbe non essere la soluzione migliore per le lunghe trasferte autostradali.

L’auto elettrica, oltre ad essere molto costosa, ha ancora scarsa autonomia per rappresentare una valida alternativa. L’unica soluzione è quella di rimandare l’acquisto, nella speranza che si chiariscano meglio le strategie del governo. Ma qui si pone un altro problema, che affligge le istituzioni: manca una vera strategia sulla mobilità e quindi si naviga a vista.

Ecotassa e Ecobonus: non aiutano il rinnovamento del parco circolante

Alla tavola rotonda “Il futuro dell’auto tra bonus e malus” non poteva mancare un momento di confronto sull’ecotassa e sull’ecobonus, che entraranno in vigore dal prossimo 1 marzo.

Iniziative pubblicizzate dal governo come strategiche per incentivare la diffusione di auto green, ma che di ecologico hanno ben poco e che non avranno effetti tangibili sul parco circolante. Se l’Ecobonus va - almeno - nella direzione di incentivare le auto elettriche e ibride plug-in senza penalizzare altre forme di mobilità, l’Ecotassa è vista come un vero e proprio balzello, che colpisce le auto con emissioni di CO2 superiori ai 160 g/km.

Un limite ritenuto troppo basso, se paragonato al livello di emissioni di molte vecchie auto che circolano quotidianamente sulle nostre strade e che non verranno penalizzate in alcun modo dalle nuove regole.

Sticchi Damiani (ACI): le misure non aiutano il rinnovamento del parco auto

Secondo Angelo Sticchi Damiani - presidente dell’Automobil Club d’Italia (ACI) - la vera urgenza è rinnovare il parco auto circolante, che ha raggiunto un’età media di 10,9 anni. Un circolante vecchio, composto da troppe auto vecchie, inquinanti e poco sicure.

Il Presidente ACI ha sottolineato come le iniziative varate dal governo non vanno in questa direzione, e le proposte dell’Automobil Club - come quella di dimezzare l’IPT sulle auto usate recenti per favorirne l’acquisto da parte di chi non può permettersi un’auto nuova - non sono state accolte dalle istituzioni.

Crisci (UNRAE): strada sbagliata, ma non sappiamo a chi dirlo

Sull’inefficacia delle iniziative governative si è espresso anche Michele Crisci, Presidente dell’associazione che riunisce i costruttori di auto esteri (UNRAE), che ha aggiunto: “Abbiamo imboccato la strada sbagliata ma non sappiamo a chi dirlo, perché le istituzioni sono completamente assenti.”

Crisci ha anche sottolineato come, anche ipotizzando di rinnovare il parco auto circolante solo con auto elettriche al ritmo di 2 milioni all’anno, servirebbero 18 anni per togliere dalla circolazione tutte le auto vecchie.

De Stefani Cosentino (Federauto): con l’Ecotassa meno immatricolazioni e meno gettito per lo Stato

Gli effetti negativi dell’Ecotassa non interesseranno solo la filiera Automotive. Adolfo De Stefani Cosentino, presidente della Federazione Italiana Concessionari Auto (Federauto), concorda sul fatto che l’obiettivo di ridurre l’inquinamento provocato dalle automobili non si risolve tassando le vetture nuove, iniziativa che provocherà un ulteriore contrazione del mercato.

E a risentirne non sarà solo la filiera Automotive, ma anche lo Stato dal momento che ad una flessione delle immatricolazioni corrisponde una diminuzione del gettito fiscale prodotto dall’IVA sulle auto e dall’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT).

Scudieri (ANFIA): la contrazione dell’Automotive anticipa un ciclo economico negativo

Il settore Automotive è storicamente un precursore dei cicli economici, e la crisi che si avverte sul mercato auto si riflette anche sulla produzione delle vetture con un calo pari a -3,4% a fine 2018. Ad evidenziarlo è stato Pasquale Scudieri, presidente dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA).

Per Scudieri, ad incidere negativamente sul mercato sono anche gli impatti della regolamentazione europea e della transizione produttiva da essa innescata. Rimane la speranza di poter coinvolgere le istituzione, visto il peso economico della filiera automobilistica italiana.

Messina (AIRVO): servono iniziative a sostengo dell’usato recente

I concessionari auto sono doppiamente colpiti dalla negatività del mercato e dagli effetti della guerra ideologica al diesel, perché al calo delle vendite di auto nuove si aggiunge la svalutazione del parco usato in giacenza. A risentirne sono in particolar modo le auto a gasolio, che subiscono pesanti riduzioni di valore e il rischio di dover essere svendute.

E’quanto sottolinea Ercole Messina, presidente dell’Associazione Italiana Rivenditori Auto d’Occasione (AIRVO). Secondo Messina, la normativa relativa all’Ecobonus e all’Ecotassa è solo parzialmente efficace per il raggiungimento degli obiettivi che si pone. Ma è anche incoerente con le logiche comunitarie di sviluppo e di tutela dei vari comparti economici coinvolti.

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