Mario Centeno non vede ragioni che possano spingere a modificare la riforma del trattato sul Mes e bloccarne l’avanzamento. Ma Di Maio non molla: “Rinvio necessario”
Chiusura totale da parte del presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno a possibili modifiche al testo del MES.
Secondo quanto dichiarato solo pochi minuti fa dall’economista portoghese non ci sono ragioni per cambiarlo e l’accordo politico è già stato preso, visto che al momento i Paesi stanno lavorando solo sugli ultimi dettagli:
“Abbiamo lavorato molto sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità e abbiamo preso un’importante decisione a giugno, con un accordo politico; c’è stato un grosso lavoro tecnico e ora prendiamo atto di questo nella prospettiva di firmare il trattato molto presto”,
ha spiegato Centeno.
Firma che - ha concluso - potrebbe essere imminente, arrivando gia all’inizio del 2020.
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Mario Centeno chiude a modifiche del MES
Le dichiarazioni del ministro delle Finanze portoghese lasciano scarso margine d’interpretazione, e soprattutto vanno controcorrente rispetto alle richieste del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ormai da tempo spinge per un rinvio.
Secondo il leader dei 5 stelle infatti il testo al momento espone l’Italia a rischi troppo alti, rappresentando inoltre un vincolo cinquantennale per il nostro Paese:
“Finché non avremo la certezza al 200% che l’Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma. Se investo i miei soldi per il futuro poi non posso avere qualcuno che me li ridà solo in cambio di manovre lacrime e sangue. Questo a casa mia si chiama ricatto e non siamo d’accordo. Il Movimento 5 stelle è la prima forza politica in parlamento ed è giusto che dica la sua”,
ha tuonato solo poche ore fa Di Maio sulla sua pagina Facebook.
Eppure, per Centeno non esistono ragioni che possano spingere a cambiare il testo, e trascorsi i necessari tempi tecnici si andrà spediti verso la firma del trattato già a inizio 2020.
Contestualmente dei commenti su sponda italiana sono arrivati dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che ha definito le modifiche introdotte “di portata complessivamente limitata”, spiegando come la riforma non porti di fatto a “nessuna ristrutturazione dei debiti sovrani”:
“Come nel trattato già oggi in vigore, non c’è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. Anche la verifica della sostenibilità del debito prima della concessione degli aiuti è già prevista dal Trattato vigente. È una clausola a tutela delle risorse del Mes, di cui l’Italia è il terzo principale finanziatore”.
Per Visco la riforma è di certo una mossa “nella giusta direzione”, ma va chiarito che le verifiche circa la ripagabilità del prestito non hanno “nessun carattere di automaticità”.
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