Vietata l’espulsione dei migranti prima dell’esame della domanda d’asilo della Commissione territoriale. Così la Cassazione ridimensiona il Decreto Salvini.
L’espulsione dei migranti è illegittima se emessa prima dell’esame della richiesta d’asilo da parte della Commissione territoriale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 11309 del 2019 (in allegato) con la quale i giudici hanno accolto il ricorso di un migrante ed hanno ridimensionato la portata del Decreto Salvini che, invece, aveva messo una stretta alla concessione del diritto d’asilo.
Dunque, se il prefetto dispone l’espulsione del migrante senza prima analizzare la domanda, ma solo sulla base di informazioni internazionali, il provvedimento di espulsione deve considerarsi nullo.
Vietata l’espulsione dei migranti prima dell’esame della domanda d’asilo: il caso
La Corte di Cassazione torna ad esprimersi in materia di diritto d’asilo, e lo fa accogliendo il ricorso di un migrante pakistano che si era visto rifiutare la protezione internazionale ancor prima che la Commissione territoriale esaminasse la richiesta.
Difatti, con l’ordinanza numero 11309/2019 (in allegato) la Corte di Cassazione sancisce che il rigetto della domanda di protezione non può basarsi su mere fonti internazionali e che i magistrati devono evitare le formule stereotipate.
Sulla base di queste argomentazioni, i giudici della Suprema hanno accolto il ricorso del migrante pakistano e hanno disposto la nullità del rifiuto di diritto d’asilo, poiché emesso senza l’analisi della Commissione territoriale.
In particolare, i magistrati sono tenuti ad accertare le reali condizioni del Paese d’origine del migrante e ad acquisire i documenti necessari e aggiornati, senza accontentarsi di informazioni non documentate.
Adesso il caso aspetta di essere riesaminato dalla Commissione territoriale di Lecce.
Espulsione dei migranti: una stretta al Decreto Salvini
La decisione della Corte di Cassazione che abbiamo appena esposto rappresenta una stretta notevole al Decreto Salvini, che invece mira a diminuire le ipotesi in cui è possibile concedere la protezione internazionale.
Per la precisione, gli ermellini stabiliscono che il diritto d’asilo non può essere negato sulla base di generiche informazioni riguardo le condizioni del Paese di provenienza del richiedente, ma su informazioni e documenti certi. I magistrati, in pratica, possono rifiutare la protezione internazionale solo se provano che il migrante non rischierebbe la vita se tornasse nel proprio Stato.
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