La soluzione per le imprese in questa crisi economico-sanitaria è costruire un modello aziendale sostenibile.
Ripensare il rapporto e le dinamiche all’interno delle imprese, incentivare network e collaborazione nelle start-up, emergere con nuove proposte in termini di tecnologia e accesso alla digitalizzazione sono le nuove priorità, non più rinviabili, per una rapida emersione dalla crisi economica e sanitaria che l’attualità globale sta vivendo.
Nel tentativo di formulare idee e risposte a tali urgenze imprenditoriali e occupazionali, il Global compact network Italia, fondazione che riunisce più di 60 soggetti tra enti privati e pubblici, promuovendo in Italia il Global compact delle Nazioni Unite, ha lanciato un modello di approccio alla crisi.
Un’iniziativa che resta saldamente ancorata ai principi dell’etica dell’economia e dello sviluppo sostenibile, come ha precisato la fondazione, aggiungendo che “in questo tempo di incertezza, si rafforza l’esigenza di uno sforzo coordinato e reciprocamente ispirato fra tutti gli attori in campo”. Nelle aziende servono leadership forti e flessibili, che agiscano velocizzando i processi decisionali rispetto al passato, applicando una logica “più tattica e meno pianificata”.
Un altro aspetto fondamentale deriva dal fatto che la pandemia ha posto l’essere umano al centro dell’attenzione, invitando a considerare in modo ancora più prioritario il benessere psichico di tutte le persone coinvolte nei processi produttivi. Le misure di distanziamento sociale e la situazione di isolamento, unitamente alle difficoltà economiche, possono generare situazioni di disagio nelle persone. Pertanto, si raccomanda ai datori di lavoro di operare con “un approccio consapevole”, attuando “un coordinamento attento e flessibile del personale”, con la possibilità di garantire anche “riconoscimenti tangibili e intangibili alle persone che sono chiamate a lavorare in fase di emergenza”.
Inoltre, come evidenziato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS), l’innovazione adattiva, la gestione etica dei fornitori e la comunicazione responsabile sono fattori di importanza strategica.
Una social media strategy efficace deve essere interattiva, coinvolgente, multimediale e soprattutto deve essere costruita per offrire il giusto messaggio al giusto interlocutore, individuando i canali e i tempi più adeguati e valorizzando il rapporto tra il brand e il suo pubblico. Creare o pensare ad una progettualità aziendale che integrando discipline, strumenti e mezzi diversi, possa illustrare l’insieme di attività integrate per la gestione della comunicazione sia interna che esterna e rappresenti i rapporti tra azionisti e aziende, il ruolo del mercato e dei media, i trend nella creatività istituzionale, la pianificazione dei media e la misurazione degli investimenti in comunicazione.
Comunicare in maniera efficace l’identità di un’azienda, difenderne le scelte ed informare i decisori sulle posizioni sostenute per orientare l’attività legislativa, costruire alleanze e partnership istituzionali per sostenere un progetto, mappare gli interlocutori più importanti legati ad un progetto di business ed in grado di condizionarne l’esito.
Sono tante le variabili in gioco in questa attività di relazioni istituzionali ed è per questo che per riemergere risulta importantissimo soffermarsi su un aspetto principale, la comunicazione “strategica” che sappia far emergere concrete visioni di umanità e sostenibilità.
Infine, il Global compact network Italia richiama l’attenzione ai Paesi in via di sviluppo, nei quali si trovano ad operare i fornitori di grandi multinazionali. Si tratta di Paesi che hanno sistemi sanitari fragili e spesso non gratuiti. La soluzione potrebbe essere l’introduzione di supporti assicurativi per le aziende fornitrici che operano in aree critiche e supporti di protezione straordinari per i lavoratori. La collaborazione con i governi e le istituzioni locali per agevolare le procedure di sicurezza è ritenuta altrettanto importante.
Quello che risulta estremamente importante è generare un modello aziendale di risposta alla crisi attuale che tenga presenta i vari punti dell’Agenda 20-30 delle Nazioni Unite, ponendo il cittadino e i suoi diritti al centro della produzione e delle prospettive di occupazione.
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