538 morti sul lavoro nel 2021 secondo i dati INAIL del primo semestre e con un incremento tra i giovani con età compresa tra i 20 e i 29 anni. Calo rispetto allo stesso periodo 2020, ma è emergenza.
Sono state 538 le morti sul lavoro in Italia solo nei primi 6 mesi dell’anno: i dati shock del 2021 recentemente comunicati dall’INAIL non fanno che confermare quanto la cronaca ci pone tragicamente davanti agli occhi.
Le morti sul lavoro sono una piaga in Italia, aumentano nel 2021 tra i giovani, diminuiscono rispetto allo stesso periodo 2020 nel quale un peso enorme lo ha avuto anche il Covid.
Ultima la morte di Laila El Harim, la 41enne schiacciata la mattina del 3 agosto da una fustellatrice nell’azienda in cui lavorava in provincia di Modena.
Laila lascia una figlia di 4 anni e ci rimanda inevitabilmente a un’altra tragica morte sul lavoro, quella della 22enne Luana D’Orazio travolta da un macchinario in un’azienda di Prato esattamente 3 mesi prima, il 3 maggio.
Queste tragiche morti sul lavoro in Italia riguardano giovani e meno giovani e impongono una riflessione circa la garanzia della sicurezza dei lavoratori. È triste pensare che si debba perdere la vita mentre si esercita quello che riconosciamo come un diritto fondamentale, il diritto al lavoro.
Vediamo quali sono gli ultimi dati delle morti sul lavoro in Italia pubblicati da INAIL relativi alla prima metà del 2021.
Morti sul lavoro in Italia: i dati shock 2021 di INAIL
Le morti sul lavoro in Italia nel primo semestre del 2021 secondo i dati shock di INAIL sono 538, 32 in meno rispetto alle 570 registrate nei primi 6 mesi del 2020 con un -5,6%.
Specifica infatti l’Istituto nel suo comunicato:
“Il confronto tra il 2020 e il 2021, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio Covid-19, in particolare del mese di marzo 2020. Si fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo un più o meno lungo periodo di tempo intercorso dalla data del contagio.”
INAIL suddivide le morti sul lavoro anche a livello territoriale confrontando i dati 2020 con quelli del 2021:
- i casi mortali nel Nord-Ovest passano da 213 a 128;
- nel Nord-Est passano da 107 a 118;
- al Centro si passa da 101 a 102;
- al Sud si passa da 115 a 157.
- nelle Isole si passa da 34 a 33.
INAIL nei dati sulle morti sul lavoro si sofferma anche sul decremento tra i primi 6 mesi 2020 e il primo semestre 2021 per genere:
- per la componente femminile i casi mortali denunciati sono passati da 60 a 51 (-15,0%);
- la componente maschile è passata da 510 a 487 casi (-4,5%).
Dall’analisi per classi di età si segnala l’aumento di morti sul lavoro per i giovani tra i 20 e 29 anni (6 decessi in più) e per la fascia 40-54 anni (+28 casi). Diminuiscono invece per la fascia d’età 30-39 anni (-7 casi) e over 55 (-59 decessi, da 307 a 248 casi).
Morti sul lavoro: i settori più colpiti
Le morti sul lavoro sembrano colpire maggiormente alcuni settori come l’edilizia e l’agricoltura. L’aumento nel primo semestre 2021 ha riguardato le gestioni assicurative:
- dell’Agricoltura (da 41 a 58);
- del Conto Stato (da 24 a 33).
L’Industria e servizi segna un -11,5% passando da 505 a 447 denunce con esito mortale.
INAIL nel comunicato che accompagna i dati sulle morti sul lavoro si sofferma anche sugli incidenti plurimi che hanno avuto esito mortale nel primo semestre 2021:
“Al 30 giugno di quest’anno risultano nove incidenti plurimi avvenuti nel primo semestre, per un totale di 23 decessi, 15 dei quali stradali (due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa ad aprile, sette in provincia di Piacenza a giugno). Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, altri due, infine, per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi registrati tra gennaio e giugno erano stati quattro, con 8 casi mortali denunciati.”
Un problema quello delle morti sul lavoro che riguarderebbe anche e soprattutto la prevenzione e la formazione per la sicurezza, cui si aggiunge anche la tendenza al risparmio con il ricorso al lavoro nero.
Quello della corretta formazione e dei controlli circa il rispetto delle regole in termini di sicurezza sul lavoro diviene un tema urgente da affrontare per ridurre il rischio di morti sul lavoro, specie in un settore come l’edilizia che si vuole incrementare con il PNRR.
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