Movimento 5 Stelle: la Raggi dopo Roma sfida Conte

Chiara Esposito

09/10/2021

Una dissidente in casa: Giuseppe Conte si guarda da Virginia Raggi. L’ex sindaca vira pericolosamente verso il «no» all’alleanza con il PD.

Movimento 5 Stelle: la Raggi dopo Roma sfida Conte

Una spiccata volontà di rivalsa e una punta di indipendenza potrebbero guidare le prossime prese di posizione di Virginia Raggi. All’orizzonte si delinea infatti la possibilità concreta di un dissidio interno al Movimento 5 stelle rappresentato dallo scontro diretto tra l’ex sindaca e il leader Giuseppe Conte.

Se così dovesse essere è plausibile pensare alla rifondazione di un’ala di opposizione interna nelle fila del partito pentastellato che segua il solco tracciato dall’uscita di scena di Di Battista.

Gli esiti a quel punto sarebbero imprevedibili, quel che possiamo fare perciò è semplicemente provare a ricostruire il quadro che ci porta a considerare plausibile questo nefasto scenario.

Raggi contro Conte: cosa sta succedendo?

L’ex sindaca di Roma alle ultime elezioni amministrative è stata letteralmente messa all’angolo da Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti. I due candidati, rispettivamente in quota PD e centrodestra, hanno infatti allontanato la giovane esponente del M5S dalla sua seconda nomina.

L’andamento elettorale così descritto ha quindi fatto sorgere in lei e nel suo staff seri dubbi sul ritorno d’immagine che il Movimento stesso ha sulla sua persona. La reputazione del partito a cui appartiene avrebbe minato la sua credibilità. Un passo di cambio appare necessario.

Per tornare ad avere un ruolo di peso negli equilibri politici urge una dichiarazione in controtendenza con la linea dettata dall’attuale leader Conte. Spiccare sulla maggioranza raccogliendo i consensi di chi critica l’ex premier è la via maestra.

La svolta in questione potrebbe essere dunque rappresentata dall’espressione da parte di Raggi del suo sostegno a Michetti. La speranza di fondo è quella di affermare la sua contrarietà all’attuale alleanza del M5S con il PD. Questo patto ad oggi sembra avere il pieno benestare di Conte e la ragione è piuttosto palese.

M5S e PD: Alleanza necessaria

Conte continua a dire di essere convinto che Gualtieri lavorerà bene. In questo modo posiziona il suo Movimento nell’ala progressista e si dissocia apertamente dal centro destra; memore della famosa l’espressione «mai con questa destra».

La motivazione di fondo però non è solo ideologica, bensì numerica, o meglio, di posizionamento. Senza un’alleanza tra i 5 stelle e il PD, il primo dei due partiti scomparirebbe quanto a rappresentatività politica sul territorio nazionale.

Attualmente le giunte di Guidonia e Ardea vedono la presenza dei 5 stelle solo grazie all’accordo tra i due schieramenti. Analogo il discorso a Bologna e a Napoli.

La convergenza è appoggiata perfino dal presidente della Campania Vincenzo De Luca che dice:

«È arrivato il tempo di una grande forza riformista unitaria che includa PD e Cinque Stelle».

La forza della Raggi spaventa

A sostenere un eventuale distacco della Raggi dal Movimento sono tutti coloro che in questo momento vogliono assestare un colpo all’ex premier. Anche chi rimpiange la linea dura di Alessandro Di Battista potrebbe restare affascinato dalla mossa della Raggi e seguirla in un percorso di logorante e sistemica opposizione interna.

Essere spalleggiata le tornerebbe quindi utile, ma dalla sua la politica ha anche un’altra carta: il ruolo regalatole da Beppe Grillo nel comitato di garanzia.

L’unica controindicazione è che questo ruolo, essendo stato confermato solo da una votazione on line, non le garantisce un vero e proprio peso politico certificato.

A ogni modo qualche carta da giocare c’è e, proprio per questo, giungono alla stampa già le prime anonime malelingue.

«Lì dentro c’è gente che viene dal centrodestra - racconta un deputato - la candidata presidente del IX municipio era in una lista civica di Alemanno».

Tesi non troppo solida visto il tempo che intercorre tra il 2013 ed oggi, ma quando si arriva ai ferri corti non c’è nessun colpo considerato troppo basso per essere assestato.

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