M5s, rischio scissione: Raggi nuova leader, Conte si fa un partito suo

Alessandro Cipolla

19 Giugno 2024 - 10:54

Dopo l’attacco di Beppe Grillo a Giuseppe Conte aria di scissione nel Movimento 5 Stelle: Virginia Raggi potrebbe guidare i pentastellati, l’ex premier si farebbe un nuovo partito.

M5s, rischio scissione: Raggi nuova leader, Conte si fa un partito suo

Il Movimento 5 Stelle è a rischio scissione. Il deludente risultato ottenuto alle elezioni europee e le parole di Beppe Grillo nei confronti di Giuseppe Conte hanno aperto una sorta di crisi all’interno dei pentastellati.

È un momento storico - ha dichiarato Beppe Grillo durante il suo ultimo spettacolo -, ho incontrato Giuseppe Conte, mi ha fatto un po’ tenerezza: ha preso più voti Berlusconi da morto che lui da vivo”.

Parole queste che non sarebbero piaciute all’ex premier, con il comico che è stato laconico sul futuro del Movimento 5 Stelle “Conte deve capire che io sono essenziale e non so come andrà a fine con lui..”.

Non si è fatta attendere poi la replica di Conte: “Il destino del Movimento non è nelle mani di Grillo, è nelle mani di un’intera comunità che deciderà del suo futuro all’assemblea costituente del prossimo settembre. Raggi? Il campo del M5s è progressista. Che significa ritornare alle origini? Significa restart, rewind? Il contesto politico e sociale è completamente mutato. Se non lo riesci a interpretare, sei sempre più fuori”.

Parole dure sia nei confronti di Beppe Grillo sia di Virginia Raggi, l’ex sindaca di Roma che potrebbe raccogliere il testimone di Giuseppe Conte alla guida del Movimento 5 Stelle in caso di un clamoroso addio dell’attuale leader pentastellato.

M5s tra Conte e Raggi: sarà scissione?

Quando si parla di Movimento 5 Stelle bisogna aver ben chiara una cosa: Beppe Grillo non è solo il fondatore e il garante, ma anche la persona che detiene il nome e il simbolo del partito. Non a caso il comico si è definito “essenziale” per il futuro dei pentastellati.

Negli ultimi anni Grillo ha benedetto l’appoggio al governo Draghi puntando poi tutto sul ministro Cingolani, difendendo il vincolo dei due mandati e sparando bordate a ogni scoppola elettorale. Un tafazzismo accompagnato da una scarsa lungimiranza politica.

Giuseppe Conte può contare ancora su un diffuso gradimento nel Paese, ha ottenuto un buon 15% alle elezioni politiche e ha portato il Movimento 5 Stelle per la prima volta alla guida di una Regione - la Sardegna - grazie alla sinergia con il Partito Democratico.

Alle elezioni europee i 5 Stelle hanno patito l’astensionismo - specie quello al Sud - e la mancanza di candidati di spessore tra le proprie liste. Gli altri partiti invece hanno messo in campo campioni di preferenze e la differenza si è vista.

Passata l’estate Giuseppe Conte potrebbe tracciare la sua strada in occasione dell’assemblea costituente: Movimento 5 Stelle ben saldo nel novero del centrosinistra e revisione di alcune regole interne, vedi limite dei due mandati.

Con ogni probabilità si andrà verso uno scontro con Beppe Grillo, visto che il fondatore vorrebbe un Movimento 5 Stelle indipendente e mai sarebbe disposto a toccare un dogma come quello del limite dei due mandati.

Non a caso si parla di un Giuseppe Conte che potrebbe fare armi e bagagli e fondare un suo nuovo partito, una possibile nuova scissione per il Movimento 5 Stelle che a quel punto tornerebbe a essere “quello delle origini” con alla guida Virginia Raggi, anche se si parla di possibili primarie e di nomi esterni agli attuali quadri pentastellati.

Il Movimento 5 Stelle così parrebbe essere arrivato a un bivio: diventare il partito di Conte oppure tornare a essere quello di Grillo e dei “vaffa”. Per la resa dei conti si dovrà attendere l’autunno, quando il duello finale tra il comico e l’ex premier andrà in scena in occasione dell’assemblea costituente.

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