I 5 Stelle dopo la prescrizione ora vogliono una legge anche sul conflitto di interesse: Bonafede accelera ma per Salvini il tema non è una priorità.
Il Movimento 5 Stelle prova a stanare la Lega con il conflitto di interessi. Dopo la controversa soluzione della questione prescrizione, lo stop ci sarà ma a partire dal 2020, i pentastellati rispolverano adesso un altro storico cavallo di battaglia grillino.
Gli ultimi sondaggi politici non sono lusinghieri per i 5 Stelle, tanto che Alfonso Bonafede ora ha fretta sul conflitto d’interessi “è una battaglia fondamentale e si farà” ha twittato il ministro, ma dall’altro fronte governativo Matteo Salvini stoppa l’entusiasmo del Movimento “non è una mia priorità”.
Bonafede accelera sul conflitto di interessi
Lo aveva annunciato già domenica ospite del programma In Mezz’Ora di Lucia Annunziata, ma anche il giorno dopo Alfonso Bonafede ha ribadito con un tweet la sua intenzione di mettere mano alla spinosa questione del conflitto d’interessi.
La legge sul conflitto di interessi è nel contratto di governo, per noi è una battaglia fondamentale e si farà. Su questo c’è l’impegno del MoVimento da sempre. Ci occuperemo anche di conflitto di interessi in editoria per avere finalmente stampa libera e pluralismo in Italia.
— Alfonso Bonafede (@AlfonsoBonafede) 12 novembre 2018
Per il Guardasigilli, il tema è una “battaglia fondamentale” che è stato inserito nel contratto di governo e quindi “si farà”. Il perimetro del provvedimento poi nelle idee del ministro va anche allargato all’editoria “per avere finalmente una stampa libera e pluralismo in Italia”.
In effetti nel contratto di governo stilato da Lega e Movimento 5 Stelle, c’è un intero capitolo dedicato al conflitto d’interessi. Questi sono i tre punti più importanti che sono stati inseriti nel programma gialloverde.
- Estensione del conflitto di interesse oltre il mero interesse economico.
- Estensione a chi esercita la funzione pubblica.
- Estensione per chi svolge incarichi non governativi ma che hanno capacità di influenza (sindaci grandi città oppure dirigenti di società partecipate dello Stato).
Ad Alfonso Bonafede poi ha fatto eco anche il sottosegretario agli Affari Regionali Stefano Buffagni, altro grillino in forte ascesa nell’ultimo periodo, che sempre tramite social ha sottolineato come la legge “non si può più rimandare”.
Di parere opposto agli alleati di governo è però Matteo Salvini, che sul tema del conflitto d’interessi ha gelato i 5 Stelle “non è una mia priorità”. Il sentore è che sul provvedimento a breve potrebbe aprirsi un altro fronte interno di scontro nella maggioranza.
La strategia dei 5 Stelle
Non è semplice da descrivere il rapporto all’interno del “governo del cambiamento” tra Movimento 5 Stelle e Lega. I due partiti vanno avanti ma, tra di loro, si marcano stretti essendo al momento le due principali forze politiche del paese.
I sondaggi però in questi cinque mesi di governo Conte sorridono al carroccio, ora primo partito, mentre i pentastellati vengono dati in crisi. Dal 4 marzo, i 5 Stelle avrebbero perso circa il 5%, ovvero quasi 2 milioni di voti.
Per invertire questo trend negativo, il Movimento già in estate ha deciso di anticipare i tempi per il Reddito di Cittadinanza nella speranza di arginare la crescita di un Salvini che, invece, stava aumentando la sua popolarità cavalcando la questione dei migranti.
Questo però non è bastato, così ecco che i 5 Stelle sono tornati alla carica su un altro argomento a loro molto caro: la giustizia. Un modo questo anche per testare la “fedeltà” di una Lega che non ha mai reciso il suo rapporto con Forza Italia.
Anzi insieme agli azzurri, che sono molto contrari sul tema così come lo erano sulla prescrizione, il carroccio è pronto ad affrontare le prossime elezioni regionali (Abruzzo, Basilicata, Sardegna e Piemonte) oltre alle amministrative, appuntamenti elettorali dove il centrodestra vedrà come principale antagonista proprio i 5 Stelle.
Se come pare Matteo Salvini è intenzionato a innalzare un muro sul conflitto d’interessi, presente nel contratto, allora il Movimento 5 Stelle potrà gridare a una Lega ancora legata a Silvio Berlusconi e che ostacola il cambiamento.
Un modo questo per mettere in difficoltà l’alleato, anche se ormai i due partiti sembrerebbero aver perso l’entusiasmo iniziale: a fine maggio quando si voterà per le elezioni europee, con ogni probabilità finirà l’esperienza del governo Conte. Quello che potrebbe accadere poi è però ancora tutto da capire.
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