La senatrice Fattori fa emergere l’attuale situazione in merito alle restituzioni del Movimento 5 Stelle: in attesa del nuovo sistema, da luglio è tutto fermo.
In questo caso la premessa è più che necessaria: la scelta scritta nel regolamento interno del Movimento 5 Stelle di tagliarsi una parte dello stipendio, destinandolo a un Fondo per il microcredito, è senza dubbio lodevole soprattutto per i milioni di euro versati negli scorsi anni nonostante che qualcuno abbia fatto il furbetto.
Detto questo, da un botta e risposta social tra le senatrice pentastellata Elena Fattori e un attivista emerge che, in attesa di un nuovo sistema di rendicontazione, da luglio i parlamentari del Movimento 5 Stelle non starebbero più effettuando le restituzioni.
Le restituzioni del Movimento 5 Stelle
Nella scorsa legislatura i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno versato al Fondo per il microcredito oltre 23 milioni di euro, quasi 39 milioni considerando anche tutti gli eletti. Soldi questi reali che sono frutto delle restituzioni volontarie da parte dei pentastellati.
Un vanto da sempre questo anche se il sistema ha mostrato qualche falla visto il caso dei furbetti. Lo scorso giugno quindi il Blog ha annunciato un cambiamento del regolamento, con ogni eletto (parlamentare italiano, europeo oppure consigliere regionale) che deve restituire 2.000 euro al mese.
Nel dettaglio ciascuno degli attuali 331 parlamentari 5 Stelle dovrà versare 300 euro al mese alla piattaforma Rousseau per il suo funzionamento, tenendo per loro una indennità massima di 3.250 euro al mese più 3.000 euro per le spese forfettarie (2.000 se si risiede nella provincia di Roma). Inoltre ci sono altri 1.000 euro a disposizione per organizzare eventi ufficiali sul territorio.
Il sito Tirendiconto.it quindi è stato mandato in pensione e infatti risulta fermo alla scorsa legislatura. Sempre stando a quanto è stato scritto, da luglio 2018 sarebbero partite quindi queste nuove modalità per i rendiconti.
Versamenti fermi
Notizia molto recente è la polemica tutta interna al Movimento 5 Stelle in merito al decreto Sicurezza che, voluto dall’alleato di governo Matteo Salvini e già approvato dal Consiglio dei Ministri, deve essere ora votato dal Parlamento.
Alcuni parlamentari pentastellati infatti hanno espresso più di una perplessità su alcuni punti del decreto, minacciando il voto contrario senza dei cambiamenti. Tra questi “ribelli” c’è anche la senatrice Elena Fattori, che per questo motivo si è attirata via social molte critiche da parte degli attivisti.
Proprio rispondendo a uno di loro che la accusava di voler abbandonare il Movimento per tenere tutto lo stipendio, la Fattori ha fatto notare come in materia di restituzioni in realtà, esclusi i primi rimborsi forfettari e i 300 euro da dare a Rousseau, tutto sia fermo da luglio.
In sostanza i vecchi parlamentari hanno effettuato dei rimborsi forfettari per il periodo gennaio-marzo, mentre i nuovi eletti assieme ai riconfermati anche uno per il periodo marzo-giugno oltre ai 300 euro per Rousseau.
A luglio sarebbe dovuto partire il nuovo sistema con il relativo conto corrente, ma ancora non è stato attivato con il risultato che da quattro mesi i parlamentari 5 Stelle materialmente non possono versare le restituzioni.
Naturalmente mensilmente ogni parlamentare può accantonare in maniera autonoma il dovuto, come ha sottolineato il senatore Gabriele Lanzi intervenuto anche lui nella discussione, in attesa che il nuovo sistema sia operativo.
Al momento quindi deputati e senatori stanno incassando lo stipendio nella sua interezza, con qualche critico che ha polemizzato sul fatto che dopo quattro mesi ancora non sia online il nuovo sito.
Quando questo nuovo sistema diventerà operativo, tutti gli eletti del Movimento 5 Stelle potranno quindi tornare a versare parte dei loro assegni come previsto dal loro regolamento interno.
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