Gli esperti richiedono norme di contenimento del contagio più tempestive e intransigenti: l’Europa dovrebbe attivarsi per tutelare la salute pubblica.
L’occhi vigile e lungimirante della scienza vuole mettere l’Europa in guardia da possibili pericoli pandemici sottostimati. L’invito degli scienziati dell’Agenzia europea per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc) per tutte quelle aree che non hanno raggiunto gli standard sanitari auspicati è quello di disporre misure cautelative simili alla norma concezione di zona rossa e zona arancione.
In vista delle festività la comunità scientifica si sta infatti attivando per offrire pareri tecnici specifici ai governi che decideranno realmente come intervenire. A livello politico non c’è e forse non ci sarà quindi una linea unitaria e, in alcuni stati dell’UE, non è stato neanche ancora improntato un piano di intervento per limitare i contagi durante i consueti assembramenti cittadini e le occasioni di ritrovo tra le mura domestiche.
L’andamento a macchia di leopardo però è in parte giustificato da una diversa copertura vaccinale della popolazione nei vari territori che potrebbe permette, a Paesi come il nostro, di agire senza imporre alcun lockdown o misure drastiche. Per contestualizzare quindi in che scenario ci stiamo muovendo, vi riportiamo in dettaglio numeri e dichiarazioni dei vertici dell’Ecdc.
Lo stato del contagio: diffusione Omicron in EU
La percezione dello stato del contagio nell’UE è piuttosto ridotta in Italia, ma già abbiamo sentito ampiamente parla della variante Omicron e delle incognite che prospetta questo tipo di mutazione della SARS-CoV-2.
Attualmente sappiamo che sono stati segnalati altri 62 casi Omicron per un totale europeo che sale a 274 unità. Di fronte a queste cifre la raccomandazione non può che essere quella di mantenere le persone vulnerabili al sicuro durante il prossimo periodo festivo.
Se infatti per l’Ecdc la situazione si prospetta piuttosto grave, è anche vero che alcuni soggetti sono più a rischio di altri e che il problema maggiore è rappresentato dagli alti livelli di trasmissione già caratteristici della variante Delta.
L’errore più grande, all’arrivo della precedente variante, era infatti stato il ricorso poco consistente a misure precauzionali: l’aver agito troppo poco e troppo tardi.
Soprattutto davanti alle incertezze tecniche sui rischi di Omicron, «serve quindi un’azione urgente e forte ora per aiutarci a mantenere bassa la trasmissione, alleviare il pesante fardello sui sistemi sanitari». Con queste parole i vertici dell’Ecdc cercano quindi di riportare l’attenzione sulla situazione pandemica in tutta Europa.
La strategia consigliata quindi non è diversificata in base agli stati perché si guarda al quadro complessivo chiedendo insomma di «aumentare la copertura vaccinale in tutti i gruppi». Tale tema potrebbe sembrarci scontato ma, approfondendo, le direttive si fanno anche più specifiche e intransigenti.
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L’opinione degli esperti: meno contatti e via libera ai mix di vaccini
Oltre alle indicazioni generali si cerca anche di invitare i governi ad una riflessione ponderata sulle concessioni per la società civile: quali e quanti spostamenti favorire o disincentivare per limitare i contatti tra gruppi di persone.
Come agli albori delle riaperture quindi si dovrebbe mantenere basso il numero di incontri e magari fissare un tetto massimo di persone che possono riunirsi in una singola abitazione. Nei territori più critici la scelta migliore sarebbe essenzialmente imporre un regime di normative pari a quelle della nostra zona rossa o, in forma più lieve, arancione.
L’unica soluzione possibile, qualora si vogliano invece scongiuare forti restrizioni alla socialità, sarebbe come di consueto l’espansione della copertura vaccinale. Andrea Ammon, in una sessione pubblica del Consiglio salute UE, invita tutti gli stati che non lo hanno ancora fatto a «prendere in considerazione il richiamo del vaccino per tutti gli adulti, ma soprattutto per gli over 40, per i fragili e gli anziani».
Per foraggiare questa pratica, a livello operativo si dà quindi il via libera ufficiale al mix di vaccini con una raccomandazione congiunta da parte dell’Ema e dell’Ecdc. Gli enti hanno stabilito che «l’approccio del mix di vaccini può essere utilizzato sia per il primo ciclo, che per i richiami. I regimi eterologhi sono stati generalmente ben tollerati».
A seguito di indagini scientifiche si può quindi dire che la combinazione di vaccini con vettori virali e vaccini mRNA produce buoni livelli di anticorpi contro il Covid- 19. Ancora in stato di osservazione i casi in cui invece è stato usato un vaccino a vettore virale come seconda dose negli schemi di vaccinazione primaria o di due diversi vaccini mRNA.
Il piano coinvolge anche l’Italia?
Le richieste avanzate della comunità scientifica sono quindi generali e parlano a tutto il bacino d’utenza dell’Eurozona. Queste pratiche potrebbero quindi interessare solo marginalmente l’Italia visto che, tra i Paesi europei, è quello con il più alto tasso di vaccinati. In ultima analisi potrebbe quindi essere disposta qualche zona gialla a Natale senza ulteriori limitazioni.
La ragione principale che supporta questa ipotesi piuttosto rosea è l’entrata in vigore del super Green pass, disposto dal Governo proprio come alternativa alle chiusure indiscriminate e penalizzanti per l’economia. Al momento quindi almeno nel Bel Paese non dovrebbero essere vagliate delle ulteriore norme che limitino gli scambi interpersonali sotto Natale. Il pericolo maggiore resta l’assenteismo vaccinale.
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