Nave da guerra USA in Italia: perché e “piano” NATO anti-Russia

Chiara Esposito

23/04/2022

I motivi dell’attracco della USS Truman in Italia e la funzione strategica della nave da guerra americana nel conflitto in Ucraina.

Nave da guerra USA in Italia: perché e “piano” NATO anti-Russia

Sabato 23 aprile è atteso l’arrivo a Trieste di una portaerei da guerra americana; la USS Truman si avvicinerà al porto italiano per condurre quella che ufficialmente viene definita come una “sosta tecnica operativa” di pochi giorni, ma c’è di più.

La nave giunge nelle acque nostrane dopo un periodo di due mesi di esercitazioni nel Basso Adriatico e nello Jonio in collaborazione con l’aviazione militare greca.

Il fulcro delle domande che sorgono spontanee, visto lo spostamento di un mezzo simile, è quale sia la sua funzione. Dalle analisi a nostra disposizione possiamo intuirla. Prima di tutto però è necessario ricostruire gli spostamenti e le rotte dei mezzi dell’Alleanza nel Mediterraneo in risposta ai posizionamenti strategici dei russi.

USS Truman: quello che sappiamo sulla portaerei

L’arrivo della USS a Trieste è degno di nota anche per le fattezze e l’imponenza di questo mezzo militare. Entrata in servizio il 25 luglio 1998, la portaerei fa infatti parte del gruppo d’attacco americano Carrier Strike Group 8 ed è comandata dal contrammiraglio Curt Renshaw, attualmente a capo di una flotta composta anche da altre sei unità navali e nove squadroni di velivoli.

Questa nave in particolare si registra come classe Nimitz e può ospitare fino a 7.500 soldati nonché trasportare 65 aerei ed elicotteri. I velivoli in questione hanno a disposizione una pista di decollo di ben 330 metri. Tenendo conto di questi parametri, si stima che sia costata 4,5 miliardi di dollari.

Un dettaglio interessante della portaerei è il suo motto ovvero “The Buck Stops Here”, la citazione altro non è che la scritta che il presidente degli Stati Uniti Harry Truman, da cui la nave stessa prende il nome, amava tenere sulla sua scrivania durante il proprio soggiorno nella Sala Ovale.

Si tratta di una frase idiomatica americana che parafrasata potrebbe essere riportata così:

“È il Presidente che prende le decisioni e se ne assume la piena responsabilità”.

Altra informazione, stavolta specifica di questo «attracco», è che non si tratta di un vero e proprio approdo. La portaerei americana resterà nella rada senza entrare nel porto. Lo scalo sarà gestito in questo modo per motivi di pescaggio dato che i moli a disposizione sono al momento occupati da portacontainer. Anche per questo il mezzo ripartirà già mercoledì 27 aprile.

I motivi dell’arrivo della Truman: il controllo Nato in Italia

La domanda alla quale è tanto importante quanto difficile dare risposta è cosa accadrà in questi giorni di «permanenza» della Truman nelle acque italiane.
Come detto infatti non ci sarà un vero e proprio stazionamento nel porto ma si parla piuttosto di supporto strategico che verrà offerto all’equipaggio dalle forze italiane nell’ambito dei protocolli NATO.

Da quanto hanno reso noto le autorità competenti, alle attività svolte dalla Marina Militare italiana seguirà anche un tavolo tecnico. A questo incontro, che si terrà in Prefettura a Trieste, parteciperanno esponenti del Comando militare del Nord Italia, addetti della Capitaneria di Porto e altre rappresentanze dello scalo.

Quanto allo scopo di tutta l’operazione possiamo riportare l’analisi dell’emittente triestina TeleQuattro che ha dato la notizia dell’arrivo della Truman alcuni giorni prima dell’effettiva conferma alla stampa e ha segnalato come la presenza della nave rientri nella logica di «scudo» di controllo e deterrenza allestito fra Europa e Mediterraneo in seno al conflitto russo-ucraino.

Perché l’allerta si sposta nel Mediterraneo

Mentre gli occhi del mondo si concentrano sulle regioni del Donbass nella speranza di dedurre nonché monitorare esiti e sviluppi del conflitto in Ucraina, i punti nevralgici della tensione vengono man mano decentralizzati.

La «delocalizzazione» bellica è per il momento solo potenziale, ma da sempre Putin ha fatto intendere come la guerra che sta portando avanti sia motivata dalla sua profonda ostilità rispetto ai movimenti della Nato in Europa.

Non bastano infatti le tensioni nell’Artico e le dichiarazioni
del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg.

La Turchia ha da poco negato categoricamente l’accesso ai russi nel Bosforo. Questo ha portato le flotte del Cremlino a battere strade alternative scegliendo proprio il Mediterraneo come area principe in cui muoversi per tenere d’occhio i propri avversari della flotta statunitense e occidentale. Le aree di pertinenza reciproche non sono state mai violate ma le tensioni sono sempre più accese. L’allerta per il controllo delle acque è alta e la marina militare di Mosca ha schierato il Russian cruiser Varyag e l’incrociatore Maresciallo Ustinov, ma anche i cacciatorpedinieri Tributs e Kulikov e un sottomarino classe Kilo.

La risposta della Nato e dei suoi membri è un costante pattugliamento aereo dei confini dall’inizio della guerra. Si registrano attività in Romania dell’Aeronautica Militare italiana così come spostamenti da parte di Francia e Gran Bretagna. Occhi puntati anche sui punti strategici del Mar Nero, la Transnistria e la città di Odessa.
Ognuna di queste aree, seppur per motivazioni diverse, ha un valore cruciale per Putin e potrebbe essere un nuovo teatro di scontri e conquiste.

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