Addio alla figura del navigator. Nella Legge di Bilancio non è prevista la proroga per i 2.500 navigator, al loro posto entrano le agenzie private. Ecco cosa c’è scritto nella Legge di Bilancio.
Nella nuova Legge di Bilancio non c’è posto per la figura dei navigator. Dopo la proroga dello scorso aprile (in scadenza il 31 dicembre 2021) e la promessa di una regolarizzazione, il ruolo del navigator viene mandato in pensione.
Al loro posto entrano in gioco le agenzie private, che si occuperanno di trovare il lavoro più opportuno al beneficiario del Reddito di Cittadinanza in cambio di un incentivo. Da una parte questo dovrebbe motivare le agenzie nella ricerca, ma dall’altra potrebbe crearsi il problema della platea dei “meno occupabili”, che sono la maggioranza dei fruitori della misura.
Questa volta, a meno che non vengano presentati degli emendamenti, la figura del navigator è destinata a scomparire. L’associazione dei navigator si domanda se davvero il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si voglia prendere la responsabilità di lasciare a casa 2.500 operatori laureati e con esperienza.
Addio ai navigator? La figura professionale non è presente nella Legge di Bilancio
Accanto alle persone che richiedevano il Reddito di Cittadinanza ci sarebbe dovuta essere la figura del navigator, arrivata però in ritardo rispetto ai primi pagamenti. Come sappiamo, dopo due anni di fermo dovuti alla pandemia, il navigator non sempre ha funzionato a dovere.
Così, nell’ultima versione della manovra di bilancio, la proroga per i navigator non viene menzionata. Il contratto era in scadenza (31 dicembre 2021) ma, dopo la proroga dello scorso aprile, non si discuteva la cancellazione della figura, quanto di un inserimento nei Centri per l’impiego regionali. Per ora però non ci sono aggiornamenti in tal senso.
Nel commentare la decisione del Governo c’è chi fa notare che potrebbe essere difficile soddisfare le richieste dei cittadini. Secondo la nuova struttura del Reddito di Cittadinanza gli occupabili dovranno presentarsi ogni mese in un Centro per l’impiego per cercare lavoro. Si riuscirà a convocare 600 mila persone al mese con 2.500 operatori in meno?
Navigator fuori, dentro le agenzie private: cosa dice la Legge di Bilancio
Nella Legge di Bilancio 2022 non c’è la proroga per i navigator, al loro posto viene lasciato molto spazio alle agenzie private che, come si legge, si occuperanno di trovare il giusto lavoro al percettore del Reddito di Cittadinanza.
Nella bozza si legge che le agenzie per il lavoro iscritte all’albo e autorizzate dall’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) potranno “svolgere attività di mediazione tra domanda e offerta di lavoro” accanto ai Centri per l’impiego.
Secondo Renato Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione, le agenzie private avranno tutto l’interesse di trovare lavoro ai beneficiari “per la soddisfazione delle imprese clienti”. Nel testo della manovra si legge che per ogni soggetto assunto a seguito di specifica attività di mediazione è riconosciuto all’agenzia privata il 20% dell’incentivo previsto per il datore di lavoro.
Quindi più che la “soddisfazione” a spingere le agenzie private sarebbe il guadagno. A tal proposito l’Associazione dei navigator è dubbiosa e pensa che le agenzie si occuperanno soltanto di quelle persone facilmente occupabili con cui appunto ottenere un guadagno.
Mentre, ricorda Antonio Lenzi cofondatore di A.N.N.A (Associazione nazionale navigator) il 72% dei percettori del RdC ha la terza media ed è lontana dal mondo del lavoro da almeno 5 anni. Insomma, dice l’associazione, le agenzie potrebbero non essere così interessate.
I navigator verranno salvati?
Al momento pare che la figura del navigator non verrà salvata, ma l’associazione è fiduciosa e crede che saranno apportate delle modifiche.
Il portavoce Antonio Lenzi ha dichiarato: “noi siamo convinti che alla fine un emendamento ci sarà”. Questa certezza o speranza è data dal fatto che conoscono la sofferenza dei Centri dell’impiego che vivono la carenza di personale e dal 2022, senza navigator, ancora di più.
Inoltre Lenzi fa notare che non sarebbe il massimo della pubblicità per il Ministro del lavoro e per il Governo mettere nella Legge di Bilancio l’eliminazione di 2.500 posti di lavoro invece di aumentarli, magari inserendoli nei Centri per l’impiego come era stato promesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti