L’Intelligenza artificiale cambierà il mondo del lavoro: ecco perché secondo Elon Musk bisogna pensarci molto bene prima di intraprendere queste tre professioni.
È senza dubbio l’uomo del momento, tanto che l’attenzione dei media è più su di lui che sul nuovo presidente degli Stati Uniti. Parliamo di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, a cui Donald Trump ha affidato il nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa con il compito di tagliare spese e burocrazia.
Figura controversa per eccellenza, Musk è al centro di numerose critiche, soprattutto negli ultimi tempi, al punto che il marchio Tesla sembra attraversare un periodo di crisi. Tuttavia, è impossibile negare il suo talento imprenditoriale e la capacità di anticipare le tendenze del mercato con una visione che spesso si è rivelata vincente.
Ecco perché, quando Elon Musk si esprime su quali carriere non valgano più la pena di essere intraprese alla luce delle più recenti innovazioni tecnologiche, il suo parere non può essere ignorato. In particolare, il miliardario risponde a una domanda cruciale: quali professioni rischiano di essere completamente sostituite dall’Intelligenza artificiale in un futuro non troppo lontano?
Le 3 professioni che non conviene intraprendere secondo Elon Musk
Secondo Elon Musk, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per rivoluzionare diverse professioni, rendendole in alcuni casi obsolete. Ecco perché intraprendere alcune carriere non sembra più essere consigliato.
Nel dettaglio, tra i settori più a rischio c’è la medicina, dove un sistema avanzato di IA, con accesso a referti di laboratorio e dati clinici, potrebbe formulare diagnosi con una precisione superiore rispetto ai medici umani, riducendo tempi di attesa ed errori. Anche il settore legale non è immune a questa trasformazione: Musk ritiene che gli avvocati potrebbero essere progressivamente sostituiti da software in grado di analizzare contratti, redigere documenti e fornire consulenze legali in modo più rapido ed efficiente.
Un altro ambito in cui l’IA potrebbe imporsi è quello della programmazione. Strumenti sempre più sofisticati stanno già dimostrando la capacità di scrivere codici, correggere bug e sviluppare software in modo autonomo, riducendo la necessità di programmatori umani.
Ma attenzione, ciò non significa che queste professioni spariranno. Nonostante questi processi, infatti, Musk riconosce che il fattore umano rimarrà centrale in molte professioni, poiché il giudizio critico, la creatività e la capacità di interpretare situazioni complesse non possono essere completamente automatizzate.
Più che una minaccia, quindi le sue parole rappresentano un monito: il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e adattarsi diventa fondamentale. La chiave per non essere superati dall’innovazione risiede nella capacità di evolversi e di integrare la tecnologia nel proprio percorso professionale, piuttosto che temerla.
Le tre professioni che invece sopravviveranno (secondo Bill Gates)
Anche Bill Gates, co-fondatore di Microsoft, ha espresso la sua visione sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. A differenza di Musk, però, Gates individua tre professioni che invece sopravvivranno a questa trasformazione epocale.
In particolare, ha individuato tre ambiti in cui la domanda di lavoro resterà alta nonostante l’avanzata dell’automazione. Il primo è il settore energetico, che richiede competenze per innovare e gestire infrastrutture in un contesto di transizione verso energie sostenibili. L’intelligenza artificiale può migliorare l’efficienza, ma non sostituire la capacità di problem solving e l’approccio interdisciplinare necessari per affrontare le sfide ambientali e tecnologiche.
Il secondo ambito è quello delle scienze biologiche, dove il ruolo umano rimane essenziale. L’AI può supportare la ricerca analizzando grandi quantità di dati, ma la comprensione dei processi naturali e il progresso scientifico dipendono dall’intuito e dalla sperimentazione dei ricercatori. Gates sottolinea inoltre il potenziale dell’AI nel migliorare la salute globale, senza però eliminare la necessità di scienziati e medici.
Infine, paradossalmente, l’AI non potrà sostituire chi la sviluppa. La progettazione, la gestione e la regolamentazione dei sistemi intelligenti richiedono competenze avanzate di programmatori, data scientist e ingegneri informatici. La crescente domanda di esperti in machine learning e AI è evidente nella partnership tra Microsoft e OpenAI, dove si lavora per perfezionare strumenti come ChatGpt.
C’è quindi un elemento che accomuna Gates e Musk: entrambi non vedono l’intelligenza artificiale come una minaccia assoluta, quanto piuttosto come una tecnologia che ridefinirà il mondo del lavoro, rendendo ancora più preziose le competenze umane nei settori strategici.
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