I Navigator non hanno ancora preso servizio presso i Centri per l’Impiego e, mentre in Campania continuano e proteste per le mancate assunzioni, lo spettro della fine del Reddito di cittadinanza si abbatte su tutta la categoria.
Navigator a casa propria (ma comunque retribuiti) mentre aspettano di prendere servizio presso i centri per l’impiego?
Occorre fare chiarezza: la natura del loro contratto, che un co.co.co, quindi a collaborazione, prevede delle fasi di formazione e lavoro anche dalla propria abitazione, ma questo non vuol dire che i Navigator siano stati messi nelle condizioni per svolgere un lavoro utile e di farlo al meglio.
Tra ritardi, proteste e incertezze, ancora non hanno iniziato il lavoro per cui sono di fatto già pagati. Bensì, ad oggi risultano ancora impegnati in una fase di formazione di cui solo la fase operativa prevista per tale figura potrà definirne l’utilità e l’efficacia.
Sì, perché i contratti sono stati ufficializzati il 19 luglio (con partenza effettiva il 30 luglio) e, dopo un iniziale periodo di formazione, avrebbero dovuto prendere servizio attivo nei centri per l’impiego a partire proprio dalla metà di agosto.
Stiamo forse stipendiando risorse per un lavoro che non esiste? In parte. La colpa, nemmeno a dirlo, non è chiaramente dei Navigator che non hanno alcuna voce in capitolo ma delle amministrazioni che, causa i molti Navigator da smistare nei CPI e complici le ferie d’agosto, si sono perse, ritardando l’avvio della cosiddetta fase due del Reddito di cittadinanza; ovvero il momento in cui i Navigator avrebbero dovuto guidare i beneficiari del Reddito verso il reimpiego.
I tempi si sono dilungati anche a causa dei ritardi del concorso pubblico rivolto all’assunzione dei Navigator, che hanno infatti firmato i contratti solo a luglio.
E se tuttavia ora le cose sembrano pronte e la fase due volta all’inclusione è sul punto di partire, non mancano dubbi e perplessità sul destino dei Navigator, evidentemente legato a doppio filo al destino del Reddito di cittadinanza stesso.
Navigator, quale futuro?
Prima di tutto, chi sono i Navigator? Sono tanti laureati vincitori del concorso pubblico che si preparano a diventare esperti di politiche occupazionali e lavorative volte ad aiutare coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza a trovare posto nel mercato del lavoro, ripagati con uno stipendio niente male; circa 1.700 euro netti al mese per tredici mensilità.
E anche se di fatto il loro lavoro non è ancora iniziato, tra crisi di governo, ritardo nel bando di concorso e generale disorientamento sul da farsi, i soldi si presuppone che comincino a vederli. Uno stipendio composto di due parti differenti, una fissa con stipendio lordo annuo di circa 27mila euro che, diviso per tredici mensilità fa circa 2mila euro al mese.
Tolte tutte le imposte arriviamo a qualcosa come 1.500 euro al mese a cui aggiungere la parte di rimborso spese di 300 euro lordi, volto a coprire costi di viaggio, vitto e alloggio necessari a svolgere il lavoro, e che al netto delle trattenute fanno intascare altri 200 euro in busta paga; risultato un netto di 1.700 euro al mese minimo. Ma non è tutto oro quello che luccica.
Ecco infatti la contraddizione, perché coloro che dovranno aiutare i soggetti beneficiari del Reddito a scrivere il proprio futuro lavorativo in realtà non hanno certezza nemmeno del loro.
Con il blocco delle assunzioni nella PA dettato dalla legge di bilancio, i Navigator sono stati assunti da Anpal Servizi Spa, una società controllata da Anpal al 100% ma esterna ai limiti imposti dal blocco.
Cosa significa? Che i Navigator sono stati assunti tramite co.co.co., ovvero un contratto di collaborazione a tempo determinato con scadenza al 30 aprile 2021. E poi?
L’incarico durerà due anni, dopodiché Anpal dovrebbe procedere alla stabilizzazione dei circa 3.000 Navigator assunti in questa prima tornata; il progetto originario prevede l’assunzione di 6.000 Navigator, quindi si aspetta l’uscita del secondo concorso che in teoria dovrebbe garantire un contratto a tempo indeterminato.
Dovrebbe, perché se fino a questo momento il Reddito di cittadinanza è stato appena toccato dallo spettro della crisi di governo, le ultime dichiarazione dello stesso Di Maio, artefice della misura di sostegno al reddito e dei Navigator, portano un vento di preoccupazione; in caso di ritorno alle urne i 5 stelle potrebbero non trionfare e tutte le loro misure rischierebbero seriamente di saltare.
Navigator, in Campania continuano le proteste
La situazione dei 471 Navigator campani invece non si sblocca e anzi i manifestanti hanno oggi annunciato l’inizio di uno sciopero della fame, con presidio davanti la sede della Regione, chiedendo al contempo l’intervento immediato del presidente Mattarella per risolvere la questione delle mancate assunzioni.
In Campania, a differenza di quanto accaduto nelle altre regioni, alle selezioni e all’annuncio dei vincitori del concorso per diventare Navigator non ha fatto seguito la stipula dell’accordo per le assunzioni tra Anpal e Regione Campania. Come se non bastasse, alla Regione Campania è stato assegnato il blocco più grande: 471 Navigator.
Vincenzo De Luca, Governatore della Campania, non ha portato a termine l’accordo con Anpal ritenendo più importare stabilizzare prima gli oltre 3mila precari Isu della Regione che hanno una convenzione in scadenza per il il prossimo 31 ottobre.
De Luca oltre a ribadire che “l’assunzione si attiva se le Regioni vogliono utilizzarli o meno. Chi ha partecipato conosceva quindi le condizioni”, già a luglio aveva espresso il proprio parere sull’assunzione dei Navigator “un provvedimento di assistenza ai navigator stessi lo si presenti così. Se si dice che sono utili perché ci sarà bisogno di loro vengano assunti dall’Anpal e non dalle Regioni, perché a questi giovani dici che fai due anni di formazione e poi vai a casa. Se dobbiamo creare un altro serbatoio di precariato dico no, sono porcherie politiche».
Navigator, che cos’è la fase due
La fase due del Reddito di cittadinanza rappresenta probabilmente il punto più delicato della riforma pentastellata. Ai Navigator spetta il compito di proiettare nuovamente i beneficiari del Reddito nel mondo del lavoro, guidandoli verso un impiego che sia in linea con le proprie competenze.
A partire da settembre i Navigator aspetteranno i beneficiari del reddito presso i Centri per l’Impiego dove firmeranno il famigerato patto per il lavoro. In questo modo saranno seguiti in ogni fase e i Navigator studieranno insieme a loro il percorso più idoneo per il reinserimento nel mondo del lavoro.
Insieme ai richiedenti del Reddito di cittadinanza, i Centri per l’impiego convocheranno anche i componenti del nucleo familiare del beneficiario idonei a lavorare; ovvero rivolgendosi a tutti componenti maggiorenni inoccupati e/o disoccupati che non stiano frequentando un regolare corso di studi.
Esclusi dalla chiamata dei Navigator i beneficiari della pensione di cittadinanza, gli over 65 e i componenti impegnati nella cura di minori di 3 anni e/o di familiari non autosufficienti. Esclusi anche i disabili per i quali tuttavia vale l’adesione volontaria che gli permette di richiedere un percorso di assistenza nella ricerca di un lavoro in linea con le proprie specifiche capacità.
I Navigator andranno a individuare delle proposte lavorative basate sulle capacità specifiche di ogni soggetto e, per facilitare il reinserimento, potranno proporre anche percorsi di formazione o di orientamento.
Il beneficiario del Reddito potrà rifiutare un massimo di 3 offerte lavorative, se successivamente non accetta un impiego va incontro la perdita del sussidio stesso.
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