L’Unione europea è destinata ad andare in pezzi, proprio come è capitato all’URSS nei primi anni ‘90. A dirlo è il finanziere George Soros, che individua nel crollo di Lehman Brothers l’inizio della fine.
L’Unione europea è destinata ad andare in pezzi, proprio come è capitato all’URSS nei primi anni ‘90. A dirlo è George Soros, finanziere statunitense di origini ungheresi, diventato famoso per i celebri attacchi speculativi ai danni di lira e sterlina nel 1992: operazione che gli consentì di guadagnare oltre un miliardo di dollari in un solo giorno.
Soros, ormai ottantaseienne, traccia un quadro a tinte fosche per il futuro della UE, la quale è alle prese con una crescita economica ancora anemica e con la crisi dei rifugiati, per non parlare della rapida espansione dei movimenti populisti che fanno il tifo per la disintegrazione del Vecchio Continente.
Processo che secondo il finanziere è cominciato lo scorso decennio dopo il crollo di Lehman Brothers:
“Quando i ministri delle Finanze europei dichiararono che a nessun altro istituto finanziario di importanza sistemica sarebbe stato permesso di fallire, la cancelliera tedesca Angela Merkel, leggendo correttamente i desideri del suo elettorato, proclamò che ogni Stato membro avrebbe dovuto prendersi cura delle proprie istituzioni. Questo è stato l’inizio del processo di disintegrazione”.
Il piano Marshall, l’austerity e la fine della UE
Le politiche di austerity imposte da Berlino - evidenzia Soros - non hanno fatto altro che aggravare la situazione, a differenza di quanto accaduto nel dopoguerra col piano Marshall, che invece gettò le basi per lo sviluppo dell’Unione europea.
Secondo Soros, sostenitore di Hillary Clinton e del movimento liberal della sinistra democratica USA, le cosiddette forze della disgregazione
“hanno ricevuto un forte impulso nel 2016, prima dalla Brexit, poi dall’elezione di Trump negli Stati Uniti e il 4 dicembre dal rifiuto degli elettori italiani, con un ampio margine, delle riforme costituzionali”.
Per Soros il nemico si chiama Vladimir Putin
Il neo-presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di ricucire i rapporti con Mosca, ma agli occhi di Soros, Vladimir Putin resta un nemico da arginare a tutti i costi, dal momento che anche il Vecchio Continente si appresta a cadere nelle sue mani:
“In Francia i due principali contendenti per la presidenza (Marine Le Pen del Front National e François Fillon del centrodestra, ndr) sono vicini a Putin e desiderosi di blandirlo. Se vincerà uno dei due, il dominio di Putin sull’Europa diventerà un fatto compiuto”.
L’allarme di Stratfor sul futuro della UE
Alle preoccupazioni di Soros fa eco l’allarme lanciato da Stratfor, società texana specializzata nei servizi d’intelligence e consulenze strategiche. Secondo gli analisti USA, la disgregazione dell’euro potrebbe già avere inizio nel 2017 con le elezioni in Francia, Germania e (forse) in Italia:
“Da anni si dice che l’Europa potrebbe dissolversi. La domanda del 2017 è a che velocità procederà la dissoluzione”.
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