Nessun risarcimento ai fumatori: Cassazione nega la responsabilità dei produttori

Isabella Policarpio

23 Gennaio 2020 - 09:21

Il fumo uccide, ma la responsabilità è dei fumatori poiché fumare è una scelta consapevole. Così la Cassazione nega la colpa ai produttori di sigarette. Nessun risarcimento in caso di cancro ai polmoni.

Nessun risarcimento ai fumatori: Cassazione nega la responsabilità dei produttori

Fumare fa male, anzi uccide. Lo si legge sui pacchetti di sigarette che per legge devono riportare avvertimenti e immagini forti in grado di disincentivare l’acquisto. In passato però, precisamente nel 2009, la Cassazione aveva riconosciuto la responsabilità dei produttori invece in diverse sentenze successive i giudici hanno cambiato orientamento.

Nessun risarcimento agli eredi dei fumatori morti per cancro ai polmoni. La motivazione dei giudici supremi è chiara: acquistare i pacchetti di sigarette è una scelta deliberata e consapevole e chi fuma è pienamente consapevole dei rischi che corre.

Respinto il ricorso contro la British American Tobacco-Bat Italia e l’Agenzia delle Dogane.

Fumatori non hanno diritto al risarcimento: la sentenza

Negato il risarcimento danni agli eredi di un fumatore incallito morto di cancro ai polmoni. I figli dell’uomo avevano agito contro l’azienda produttrice di sigarette, accusata della malattia del padre. La Corte di Cassazione però ha negato la richiesta escludendo ogni responsabilità del produttore.

La decisione in questione è la numero 1165/2020, qui i giudici della Suprema hanno riconosciuto la responsabilità della malattia mortale - il cancro ai polmoni - unicamente al fumatore, un uomo che per trent’anni aveva fumato 40 sigarette al giorno.

Quindi, nonostante la nicotina presente nelle sigarette crei dipendenza, secondo la Corte chi fuma è consapevole dei rischi che corre e sceglie di continuare anziché cessare il vizio. Non è rilevante ai fini della decisione la dimostrazione del nesso di causa ed effetto tra le sigarette e il cancro ai polmoni.

La decisione degli ermellini è ferma e incontrovertibile. Eppure in passato vi sono state altre pronunce con esito opposto. In particolare nel 2009 la Corte di Cassazione (sentenza 26516) aveva affermato la responsabilità dei produttori di sigarette a prescindere dalla conoscibilità dei rischi per la salute da parte dei consumatori. Qui i giudici affermarono che l’azienda produttrice è sempre responsabile e quindi tenuta a risarcire i danni ai fumatori che contraggono le malattie tipiche del fumo. Questo perché il prodotto venduto è pericoloso di per sé a prescindere da quanto sia radicata e grave la dipendenza del fumatore.

Proprio questa decisione aveva spinto gli eredi dell’uomo a fare ricorso contro la British American Tobacco-Bat Italia ma stavolta i giudici sono stati di parere contrario.

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