Netanyahu accusato di corruzione, Israele nel caos politico

Mario D’Angelo

21/11/2019

In un momento in cui Israele versa nella totale incertezza politica, il primo ministro viene incriminato

Netanyahu accusato di corruzione, Israele nel caos politico

Benjamin Netanyahu accusato di corruzione e frode. Il procuratore generale israeliano Avichai Mandelblit ha annunciato di aver aperto un fascicolo nei confronti del premier, in un momento in cui il Paese mediorientale versa in uno stato di incertezza politica.

Israele ancora nel caos

Netanyahu, che di recente dopo due mesi non è riuscito a formare un governo, ha negato qualsiasi atto illecito. Il primo ministro pro tempore afferma di essere vittima di una “caccia alle streghe” (usando un’espressione cara a Donald Trump) orchestrata dai media e dalla sinistra.

La decisione del procuratore è la prima del suo genere nei confronti di un primo ministro d’Israele. Netanyahu è al potere sin dal 2009 ed ha dominato la politica di Tel-Aviv da allora.

Una morsa che si è allentata a partire dalle elezioni di Aprile e, successivamente, del 17 Settembre, che non hanno portato a una maggioranza capace di formare un governo. Senza di esso, Netanyahu non ha potuto far passare una legge che gli impediva di essere imputato in un processo.

Anche il rivale politico Benny Gantz, ha annunciato di aver fallito nella formazione di una maggioranza. La incertezza politica in cui versa Israele sembra non potersi arrestare, e si potrebbe arrivare alle terze elezioni nazionali in un anno.

Di cosa è accusato Netanyahu

“È un giorno difficile e triste”, ha detto Mandelblit, nominato proprio da Netanyahu, annunciando l’atto d’accusa. Il procuratore ha detto di avere un obbligo nei confronti dei cittadini di Israele per assicurare che nessuno sia al di sopra della legge.

Netanyahu ha detto che non si dimetterà. Il quadro delle accuse delinea una catena di favori che il primo ministro avrebbe costruito per rimanere al potere. In un caso, Netanyahu avrebbe stretto un patto con la più grande azienda di telecomunicazioni d’Israele, Bezeq Telecom, per ottenere una copertura mediatica favorevole.

In cambio, la società avrebbe beneficiato di una serie di regolazioni per un valore di 500 milioni di dollari.

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