Netanyahu rinuncia al mandato per formare il governo. Che succede in Israele? La crisi continua ed ora tocca a genz provare ad ottenere una maggioranza. L’esito è incerto. Intanto, potrebbe iniziare l’era israeliana senza Netanyahu.
Benjamin Netanyahu rinuncia al mandato per formare il governo. I tentativi per formare una maggioranza dopo le elezioni nazionali a settembre non sono andati a buon fine. Che succede in Israele?
Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha immediatamente annunciato che darà una possibilità all’ex capo dell’esercito Benny Gantz. Un evento storico per Israele, visto che dopo dieci anni una persona diversa da Netanyahu potrebbe andare al potere.
Gantz avrà 28 giorni per fare ciò che il leader del Likud non è riuscito a concretizzare: riunire almeno 61 membri del parlamento israeliano e ottenere una maggioranza.
Il percorso di Gantz verso il potere è tutt’altro che certo e anche per lui formare una coalizione sarà un compito difficile. L’ennesima crisi del governo israeliano arriva dopo settimane di trattative che hanno visto i due principali protagonisti della Knesset piuttosto lontani nel trovare un’intesa.
I colloqui tra il partito Likud di Netanyahu e l’alleanza Blu-Bianco di Gantz - le due più grandi fazioni della Knesset - si sono interrotti quasi immediatamente dopo le elezioni. I due leader non sono riusciti a superare ostilità reciproche.
Quando il primo ministro Netanyahu ha pubblicato un video dove ha annunciato la fine dei suoi sforzi per avere un governo, non ha esitato a dare la colpa a Gantz per la mancanza di progressi.
Che succede ora in Israele?
Netanyahu rinuncia al mandato e apre la strada a Ganz. Che succede in Israele?
La notizia che Netanyahu rinuncia al mandato apre nuovi scenari in Israele. Che succede ora? La possibilità di avere un governo nuovo e stabile non è affatto certa.
La richiesta del presidente israeliano Rivlin è stata sin da subito quella di formare un governo unitario. Nessuna delle due parti, però, si è dimostrata aperta a questo scenario.
Netanyahu ha affermato che qualsiasi coalizione di governo doveva includere i suoi alleati dei partiti di destra e ultra-religiosi. Gantz è stato fermo nel ribadire che Netanyahu doveva rinunciare a qualsiasi carica e farsi da parte.
Ancora adesso, il leader della coalizione Blu-Bianco potrebbe aprire ad un governo di unità nazionale con il Likud, a condizione che il leader ne resti fuori. Netanyahu era stato fortemente attaccato durante la campagna elettorale proprio per le accuse di corruzione che pendono su di lui.
Il rifiuto di Ganz di partecipare agli incontri con Netanyahu e di aprire a possibili governi unitari puntava proprio su questo aspetto: le accuse di corruzione.
La prospettiva di un governo condiviso con il ruolo di Primo ministro a rotazione tra i due leader è stato rifiutato da Ganz, che vedeva in questo piano un tentativo di Netanyahu di sfuggire al processo per corruzione.
Riuscirà l’ex generale a formare un governo?
Crisi in Israele: ci sarà un governo senza Netanyahu?
La crisi di governo in Israele e, soprattutto, l’annuncio di Netanyahu di rinunciare al mandato aprono a diverse possibilità. Governo di unità nazionale con Ganz o elezioni?
Lo scenario è ancora incerto. Il dato che invece risulta più evidente è l’affanno del leader del Likud, indiscusso uomo di potere in Israele per dieci anni.
L’incapacità di formare un governo e di portare l’estrema destra al potere in Parlamento, il prossimo processo per corruzione, il quadro internazionale avverso, con gli USA che hanno abbandonato la Siria e messo in pericolo anche la sicurezza israeliana sono tutti segnali di debolezza per Netanyahu. La sua era sta finendo?
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